Acquasparta, in piazza con il Carnevale dei Bambini. Capitan Uncino e Peter Pan, arrivano i carri delle fiabe

Acquasparta, in piazza con il Carnevale dei Bambini. Capitan Uncino e Peter Pan, arrivano i carri delle fiabe
ACQUASPARTA Nelle mani decenni di esperienza, nel cuore la spensieratezza di un bambino. Sono fatti così gli artigiani, artisti, rigorosamente volontari, che da...

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ACQUASPARTA Nelle mani decenni di esperienza, nel cuore la spensieratezza di un bambino. Sono fatti così gli artigiani, artisti, rigorosamente volontari, che da trent'anni progettano, creano e costruiscono i grandi carri allegorici del Carnevale dei Bambini di Acquasparta. Strutture imponenti e bellissime, quest'anno sono alte più di undici metri, che per il tempo del Carnevale prendono vita e sfilano per il corso principale di Acquasparta. Protagonisti di questa ventottesima edizione, prossimi appuntamenti il 12 e il 19 febbraio, saranno Capitan Uncino e Peter Pan, gli Artisti di strada e Alice nel Paese delle Meraviglie. «I carri di quest'anno - racconta il coordinatore del gruppo Sergio Saveri - avrebbero dovuto sfilare nel 2021. Purtroppo la pandemia ha bloccato tutto. Ma ora siamo di nuovo in pista». "Vecchio falegname", come si definisce lui stesso, Saveri dal 1993 guida il gruppo di volontari, uno zoccolo duro di appena venti braccia, che di anno in anno passa il proprio tempo nel capannone dove tutto prende forma.

«Appena finisce il Carnevale - spiega Saveri - iniziamo a lavorare sui carri dell'anno successivo. Siamo pochi, e il tempo che serve per costruire carri così grandi è tanto. Stiamo cercando di coinvolgere i giovani, per passare il testimone e quello che abbiamo imparato. Noi abbiamo tutti una certa età. Organizziamo anche la taverna (aperta da oggi fino al 19 ndr) fonte principale di finanziamento». Un procedimento, la costruzione dei carri, lungo e complesso in cui ognuno mette la propria competenza specifica.

«C'è l'elettrostrumentista - continua Saveri - per i movimenti, il colorist che si occupa di rendere vivi i personaggi con le loro espressioni. Ma c'è anche chi si mette a disposizione e fa quello che serve». Tutto inizia dalla struttura interna. «Di solito un'intelaiatura in ferro - spiega - intorno a cui costruiamo il personaggio vero e proprio. Una scultura in cartapesta (esclusivamente acqua, carta e farina ndr) con cui facciamo anche quindici strati per dare solidità. Poi rifiniamo il tutto con un'ingessatura (scagliola di gesso e colla). In ultimo si carteggia e si colora». Un'impresa che richiede quintali di farina e una quantità di tempo. «Dal 2000 - prosegue Saveri - abbiamo a disposizione un capannone di circa quattrocento metri quadri. Appena qualcuno di noi ha qualche ora libera, va lì a lavorare». Nel tempo le opere si sono evolute, al passo con l'esperienza, ogni anno si fa spazio a nuove idee, ma i carri delle passate edizioni continuano a vivere. «Vanno in giro per l'Italia - precisa Saveri - per altri carnevali». Nonostante il carnevale sia ancora in pieno svolgimento, la mente lavora già per la prossima edizione. «Il tema centrale resterà sempre la fiaba - chiude - perchè è una manifestazione dedicata ai bambini, ma stiamo pensando di unire anche qualcosa legato all'attualità, all'ambiente».

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Il Messaggero