Accende un fumogeno in curva: chiesti sei mesi di carcere per l'ultrà

Accende un fumogeno in curva: chiesti sei mesi di carcere per l'ultrà
PERUGIA - Un ultrà dell'Ascoli, finito sotto processo a Perugia con l'accusa di aver «acceso e lanciato» un fumogeno dalla Curva Sud durante la...

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PERUGIA - Un ultrà dell'Ascoli, finito sotto processo a Perugia con l'accusa di aver «acceso e lanciato» un fumogeno dalla Curva Sud durante la trasferta in Umbria dell'aprile 2016 quando era venuto a seguire la propria squadra nella sfida del campionato di Serie B, è stato assolto dal giudice Piercarlo Frabotta. Tecnicamente si legge «non doversi procedere per particolare tenuità del fatto». Eppure contro P.C., 32 anni, il sostituto procuratore Valentina Manuali aveva deciso di adottare il pugno duro sollecitando una condanna di sei mesi di reclusione. In ogni modo la decisione di Frabotta rimarrà impressa nel casellario giudiziale dell'ultrà (difeso in aula dall'avvocato Roberto Erasti). L'identificazione del tifoso è stata fatta dalla polizia scientifica su richiesta dei colleghi della Digos.


La Scientifica aveva estrapolato alcuni fotogrammi dai video registrati attraverso la sala regia dello stadio Renato Curi. «Le immagini - è spiegato nelle carte della questura - sono state riprese con le telecamere preposte al controllo della Curva Sud». All'identificazione hanno proceduto i colleghi della Digos di Ascoli Piceno rispondendo a una missiva degli agenti della «squadra tifoserie» di Perugia in cui veniva segnalata sugli spalti la presenza di circa 550 tifosi marchigiani. «In particolare - è scritto - venivano attenzionati tre giovani che accendevano e lanciavano in campo altrettanti artifizi pirotecnici. I soggetti venivano monitorati per tutta la durata della manifestazione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero