Canottaggio, Abbagnale a Terni: «I lavori a Piediluco non finiranno nel 2022 ma porterò qui le gare internazionali»

Canottaggio, Abbagnale a Terni: «I lavori a Piediluco non finiranno nel 2022 ma porterò qui le gare internazionali»
«Ho gareggiato a Piediluco, ho amato questo posto e voglio riportarlo ad ospitare eventi di livello internazionale. Diciamo che al momento ci sono quasi riuscito»....

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«Ho gareggiato a Piediluco, ho amato questo posto e voglio riportarlo ad ospitare eventi di livello internazionale. Diciamo che al momento ci sono quasi riuscito». Così il presidente della Federazione Italiana Canottaggio, Giuseppe Abbagnale, a Terni per la presentazione dei prossimi quattro eventi in programma a Piediluco.



Mille atleti nelle prossime due settimane a cominciare dal primo meeting nazionale del 2-3 aprile e il 36° Memorial d'Aloja dell'8-10 aprile con 20 nazioni al via. Poi sarà la volta del secondo meeting il 7-8 maggio, ma Piediluco ospiterà anche raduni della nazionale e le selezioni giovanili per le gare internazionali. Il mito per eccellenza del canottaggio italiano nella conferenza stampa a Palazzo Montani, sede della Fondazione Carit a cui è intitolato il campionato italiano giovanile in programma il 25-26 giugno, definisce i contorni di quel 'quasi' e spiega nel dettaglio cosa e quanto manca ancora al centro remiero Paolo d'Aloja per essere in regola con gli standard internazionali.

«Rispettare il termine del 2022 per il completamento dei lavori sarà difficile, ma ci proveremo» dice Abbagnale. Da uomo di sport, prima ancora che da politico, fugge la vetrina e bada al risultato anzichè intestarsi il merito di un rilancio, quello del centro remiero, che fino a pochi anni fa era inimmaginabile: «Ci vorranno altri fondi ancora per il cablaggio e per il campo di gara. Ma quando uno si avvicina al traguardo ritrova la verve, anche se è appannato e stanco. Nello sprint finale degli ultimi duecento metri dobbiamo fare squadra». Cosa manca a Piediluco per poter ambire ad ospitare mondiali ed europei? «Per la torre servono circa 150 mila euro per rifinire la pannellatura laterale esterna e l'ascensore - risponde Abbagnale al Messaggero - per il campo di gara siamo in procinto di presentare il progetto finanziato con i fondi dei canoni idrici, manca ancora il cablaggio e i pontili di parrenza. La tribuna ha bisogno di essere adeguata mentre per la viabilità si dovranno trovare i fondi. Ad ogni modo completata la torre, messo a punto il cablaggio e definito il campo di regata si può pensare di richiedere un evento World Rowing o European Rowing».

A conti fatti, per rendere il centro remiero veramente un gioiello, serviranno pazienza e ben più di 150 mila euro: «I fondi per l'impiantistica sportiva del Pnrr potebbe essere un altro elemento da sfruttare per ultimare tutto il complesso dei lavori, ne parlerò con il sindaco Latini» dice il numero uno del canottaggio italiano. Per l'incontro bisognerà aspettare che il sindaco guarisca dal Covid, per ora a raccogliere l'appello ci sono l'assessora comunale allo Sport Elena Proietti e l'assessore regionale ai lavori pubblici Enrico Melasecche.


«Sono stato eletto nel novembre 2012 e ho trovato un centro remiero che non vedeva interventi da almeno trent'anni - conclude Abbagnale - l'unica manifestazione di rilievo era il d'Aloja che in fatto di presenze nazionali era ai minimi storici. Ci siamo sobbarcati l'onere dell'organizzazione in house. Ma da qualcosa dovevamo partire, abbiamo iniziato con l'abbattimento delle barriere architettoniche. Siamo arrivati prima dello scoppio della pandemia ad avere 37 nazioni e la squadra rumena stabilmente a Piediluco per la preparazione invernale. Il prossimo passo? Bisogna dotarsi di un Comitato Organizzatore Locale che abbia le caratteristiche giuste e le persone qualificate. Ma ci si può arrivare in maniera graduale». Solo Abbagnale sa dosare sapientemente bastone e carota come fossero colpi di remo. Quelli di quando faceva sognare l'Italia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero