A Orvieto una Rems nei locali della mensa alla ex caserma Piave. L'assessore Coletto: «Stiamo studiando la fattibilità»

A Orvieto una Rems nei locali della mensa alla ex caserma Piave. L'assessore Coletto: «Stiamo studiando la fattibilità»
Tra gli argomenti presentati all'interno dell'incontro "La sanità del futuro. Programmi e progetti per il potenziamento dei servizi territoriali ed ospedalieri...

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Tra gli argomenti presentati all'interno dell'incontro "La sanità del futuro. Programmi e progetti per il potenziamento dei servizi territoriali ed ospedalieri di Orvieto" che si è tenuto al Palazzo del Popolo lunedì 28 novembre e che ha visto la presenza, tra gli altri, della presidente della regione Umbria, Donatella Tesei e dell'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, si è parlato di infrastrutture.

In particolare l'assessore Coletto ha posto l'accento sui progetti relativi alla realizzazione di una Casa di Comunità, di un Ospedale di Comunità, la cui sede è stata individuata nell'ex ospedale di piazza Duomo, e di una Rems (residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza) che troverebbe posto presso l’edificio mensa dell’ex caserma Piave. Le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza sono strutture sanitarie adibite all’accoglienza di autori di reato ritenuti infermi o seminfermi di mente, nonché socialmente pericolosi; sono vere e proprie istituzioni deputate alla riabilitazione dei soggetti ospitati, mediante l’attuazione di progetti individuali, strutture introdotte a seguito della chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari.

«Un progetto, quello relativo alla Rems, la cui fattibilità è da stabilire prossimamente in Regione – ha spiegato Coletto - e che riporterebbe in Umbria, pazienti che oggi vengono curati fuori regione». La struttura sanitaria Rems prevista per Orvieto, avrebbe la disponibilità di 20 posti letto e rientrerebbe nel finanziamento regionale di circa 25 milioni di euro destinati alle case di comunità. Le caratteristiche della Rems seguono quelle di norma previste per gli edifici pubblici con «particolare riferimento alle necessità assistenziali, di riabilitazione psicosociale e di sicurezza – ha spiegato l'assessore».

Nella presentazione si è parlato di «camere destinate a una o due persone, dotate di bagno personale e conforme all'uso dedicato a persone con ridotta o impedita capacità motoria. Oltre alle cucine, e agli spazi comuni, previsti spazi per attività lavorative e sale dedicate ai colloqui con i familiari, gli avvocati, i magistrati».

«Così come per le case/ospedali di comunità – ha aggiunto l'assessore - anche le rems seguono le direttive della Age.na.s.- Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali che suggeriscono che vengano realizzati nelle vecchie strutture del patrimonio pubblico». 

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Il Messaggero