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Uno psicologo in crisi, vittima degli attacchi di panico che scambia per infarto, padre di tre figlie, ormai cresciute, (ma mai troppo) che sua moglie gli ha lasciato crescere da padre single. Claudio Bisio è il protagonista di Tutta colpa di Freud, serie tv in 8 episodi, tratta dal film originale omonimo, che nel 2014 fu diretto da Paolo Genovese. Qui il regista è l'autore della serie, mentre ha affidato al regia a Rolando Ravello.
Tutta colpa di Freud, disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 26 febbraio e su Canale 5 in autunno, gioca - come nell'originale - su una coralità di attori e sulle differenze psicologiche dei personaggi. Oltre al già citato Bisio, troviamo l'amico gigione, romano ma trapiantato a Milano, Max Tortora, Claudia Pandolfi, la collega psichiatra che se ne prende cura, Luca Bizzarri, il titolare di una famosa agenzia web milanese e poi tre attrici Caternia Shulha, Marta Gastini, Demetra Bellina, che anche in questo caso sono diverse dalle intepreti della versione filmica.
Le tre sorelle, ormai giovani donne, vivono fuori casa e hanno una loro vita, finché loro padre, in preda agli attacchi di panico viene ricoverato in ospedale e tutte e tre decidono di far ritorno alla casa genitoriale.
Nella conferenza stampa virtuale, purtroppo è assente Claudio Bisio perché, viene annunciato, è stato contagiato dal Covid. A prendere la parola è l'ideatore della serie, Paolo Genovese, che ha spiegato perché ha avuto voglia di portare avanti il progetto, fuori dal grande schermo. "Avevamo scritto una sceneggiatura lunghissima, che abbiamo dovuto adattare per il film, così tre anni fa quando Mediaset cercava un family, abbiamo raccontato la storia.
"Il mio personaggio è un creativo ed una persona seria, molto più di me, per questo è stato difficile interpretarlo" ha aggiunto con la consueta ironia Luca Bizzarri, "vedrei più vicino lo psicanalista, perché ne ho frequentati molti di più rispetto ai guru", mentre per Max Tortora, i cui duetti con Bisio sono molto divertenti, "il mio personaggio a sua volta diventa psicanalista, in più di un'occasione il consiglio amichevole si trasforma in analisi. E poi abbiamo scoperto anche il piacere dell'improvvisazione, sin dal primo giorno, giocando sulle differenze caratteriali, non le ostilità, tra Roma e Milano".
"Anch'io sono andato in analisi per anni, Freud è si il padre della psicoanalisi, ma oggi ci sono terapie più moderne ed anche più veloce. Un mio amico ieri ha fatto una battuta bellissima, dicendomi è curioso che nessun psicoanalista famosa provenga dai paesi tropicali" ha detto il regista, Rolando Ravello, parlando della sua esperienza personale. "La psicoanalisi è fondamentale per risolversi, io stessa ho fatto questo percorso e lo consiglio. Facciamo un lavoro particolare che ci costringe anche all'introspezione" ha aggiunto Pandolfi.
"Per me è stata una salvezza questo lavoro, una necessità che poi è divenuta mestiere, per fare un salto di crescita. La parte centrale è stata difficile, ma è un mestiere difficile, che ti tira giù e ti porta su" ha detto Marta Gastini, a proposito del lavoro di attrice come terapia. "La felicità non viene da questo lavoro, quando sei giovane pensi che se realizzi un sogno si realizzi la felicità, poi capisci che non è così, perché la felicità è diversa dalla realizzazione personale" ha aggiunto - serio - Luca Bizzarri.
Una stagione 2? "Qualunque serie parte con questi presupposti, e Tutta colpa di Freud si presta in maniera particolare, ha senso farlo, ma come sempre dipende dal pubblico, dal suo gradimento in merito ai personaggi" ha detto Genovese.
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Il Messaggero