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Stasera in tv, giovedì 2 dicembre, andrà in onda su Rai 3 alle 21:20 il film «Tonya» del 2018. Sesto lungometraggio diretto dal regista australiano Craig Gillespie. Tra i protagonisti Sebastian Stan, Margot Robbie e Allison Janney.
La trama
La storia di Tonya Harding, protagonista di uno dei più grossi scandali del pattinaggio su ghiaccio (e non solo). Prima pattinatrice americana ad atterrare un triplo Axel (seconda al mondo dopo la giapponese Midori Ito), la Harding deve la sua (triste) fama non tanto al talento sportivo, bensì alla rivalità con la connazionale Nancy Kerrigan, rivalità che sfociò in unincredibile aggressione. Shane Stant, pagato da Jeff Gillooly, ex marito della Harding, colpì la Kerrigan a un ginocchio con una sbarra, costringendola al ritiro dal campionato nazionale. Seppur né mandante né esecutrice, Tonya, interpretata da Margot Robbie, era a conoscenza delle intenzioni di Jeff. Un caso che, nel 1994, tenne incollati a tv e giornali il pubblico, appassionato di pattinaggio e non. Tonya trae spunto dalla cronaca, ma con una diversa angolazione. Come suggerisce il titolo, la storia è vista dalla parte di Tonya Harding. Prima pattinatrice ammirata per le sue doti atletiche, fu poi dipinta come la "cattiva ragazza" di estrazione proletaria, in contrapposizione alla bella, educata e raffinata Nancy Kerrigan.
Nel film viene raccontata la sua infanzia povera e sfortunata, la sua ossessione per riuscire, attraverso il pattinaggio, a vincere e a ottenere, così, il riscatto sociale e la ricchezza, fino alla parabola discendente innescata proprio dal tentativo di impedire alla rivale di partecipare ai campionati nazionali e quindi alle Olimpiadi del 1994.
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Curiosità
Le riprese del film sono cominciate a fine gennaio del 2017 a Macon, Georgia.
Alcune delle canzoni presenti nel film venivano realmente ascoltate da Tonya Harding, come "Sleeping Bag" dei ZZ Top. Altre sono state scelte dal supervisore della musica Susan Jacobs: brani degli anni ‘70, tra cui "The Chain" dei Fleetwood Mac e "Goodbye Stranger" dei Supertramp.
Il Messaggero