“33 giri Italian Masters”, è sempre Battisti con la storia di “Il mio canto libero”

Lucio Battisti
La seconda stagione di “33 giri Italian Masters” si avvicina alla sua conclusione con il quarto e penultimo appuntamento dedicato all’album centrale della...

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La seconda stagione di “33 giri Italian Masters” si avvicina alla sua conclusione con il quarto e penultimo appuntamento dedicato all’album centrale della carriera artistica di Lucio Battisti: “Il mio canto libero” in onda domani alle 21,15 su Sky Arte (canale 120, 400 di Sky). Scritto insieme a Mogol, l’album divenne presto una chiave di volta del pop italiano e, in vetta alle classifiche per settimane, l’album più venduto del 1973. Insieme a Maurizio Biancani, seduto davanti al mixer per questa puntata c’è Mario Lavezzi, musicista e compositore che partecipò alla registrazione dell’album negli studi della Fonorama di Milano.


Riascoltando i nastri originali, riecheggiano le indicazioni di Lucio. Lavezzi ricorda quelle giornate, racconta delle versioni eliminate, delle scelte, degli umori di un Battisti estremamente ispirato, ma anche determinato, delle storie vissute da Mogol, ispirazione delle sue canzoni. “Confusione”, “Il mio canto libero”, “Luci-ah”, “Gente per bene, gente per male” vengono messe a nudo, con un riascolto che ne svela alcune particolarità rimaste nascoste per anni. Mentre Morgan, insieme ai Lombroso, oltre a ricordare quanto David Bowie apprezzasse Battisti, si esibisce in una versione esclusiva di “Io vorrei… non vorrei… ma se vuoi”. 


In puntata anche altri musicisti che, insieme a Lavezzi e a Battisti, registrarono questo album: Gianni dall’Aglio, ritrovando la stessa batteria delle sessioni di registrazione, sfrutta l’occasione per suonarla nuovamente e ripetere alcune delle strutture ritmiche dell’album. Massimo Luca, in acustico, regala l’ascolto originario voce e chitarra di come suonavano le canzoni dell’album appena scritte. Vince Tempera al piano racconta il suo contributo in “Luci-ah”. Infine in esclusiva per Sky, lo stesso Tempera e Lavezzi si esibiscono in una personale e suggestiva interpretazione del successo più significativo dell’album, la title track “Il mio canto libero”.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero