OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Da passione dei suoi genitori ad amore della sua vita, la danza è sempre stata parte di Samuel Peron. Ospite di Silvia Toffanin prima di partire per l'Isola dei famosi, il ballerino e mastro di "Ballando con le stelle" ha parlato della sua infanzia e della sua famiglia, raccontando aneddoti e commovendosi per la scomparsa della madre.
L'intervista
Ha iniziato parlando della sua infanzia Samuel Peron. Ospite di Verissimo, il ballerino si è raccontato in una lunga intervista, ricordando la sua vita da bambino, il rapporto con i genitori e con la sua nuova famiglia. «Ho avuto un'infanzia bellissima. L'ho vissuta intensamente, a contatto con la natura e gli animali. Mi sono sentito libero, avevo il mio asinello, i miei agnellini, guidavo il trattore e correvo per i campi. Ora spero di poterla fare vivere anche ai miei figli», ha raccontato Samuel Peron a Silvia Toffanin. Sulla sua nuova vita da papà, il ballerino ha poi detto di avere acquisito una maggiore sensibilità.
Spazio poi alla morte della madre, scomparsa due anni fa: «Due anni sono pochi. Ho cercato di metabolizzare in una certa maniera, eravamo molto legati io e lei. Fa parte della vita, bisogna andare avanti. Quando ero piccolo i miei mi sono stati molto vicini. Ai miei tempi il ballo era visto una disciplina per le ragazze, per questo sono stato deriso e preso in giro. Ho avuto però un grande supporto da parte della famiglia. Ho provato anche a fare altri sport, ma sono sempre tornato al ballo, la mia comfort zone».
Infine il racconto della storia d'amore con la sua compagna, Tania: «Ero a scuola di recitazione, l'ho vista per la prima volta e ho detto "tu sei mia, sarà con te che farò una famiglia". Emana un'energia incredibile. Ha una luce indescrivibile, mi ha proprio catturato. Tra noi non è stato immediato. Il primo caffè me lo ha fatto sudare per sei mesi. Lei era restia, ma ora siamo insieme da 13 anni. Siamo andati a convivere subito. Ora vogliamo un altro bambino. Siamo molto diversi io e lei, però entrambi abbiamo molta speranza. Siamo proiettati ad esaudire i nostri desideri. Ci sproniamo e ci sosteniamo a vicenda».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero