Pietro Maso: «Volevo stupire a tutti i costi, per questo ho ucciso i miei genitori»

Pietro Maso: «Volevo stupire a tutti i costi, per questo ho ucciso i miei genitori»
«Volevo stupire a tutti i costi, per questo ho ucciso i miei genitori». Chiunque sia nato prima degli anni ’80 certamente ricorda i terribili eventi che...

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«Volevo stupire a tutti i costi, per questo ho ucciso i miei genitori». Chiunque sia nato prima degli anni ’80 certamente ricorda i terribili eventi che nell’aprile del 1991 videro protagonista Pietro Maso: il brutale omicidio dei genitori messo freddamente in atto da Pietro insieme a tre amici, nella operosa e benestante Montecchia di Crosara, un piccolo comune italiano in provincia di Verona. Oggi Nove Racconta propone la storia del protagonista negativo di quella vicenda: l’intervista esclusiva “Pietro Maso - Io ho ucciso”, in prima tv assoluta giovedì 10 ottobre alle 21:25 sul Nove.


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Questo fatto di sangue mise gli italiani di fronte a una realtà che raccontava in maniera insopportabilmente precisa lo spirito dei tempi: un ragazzo che per fame di soldi, per puro edonismo, maturò e mise in atto l’idea di uccidere i genitori per appropriarsi del loro patrimonio. Il caso suscitò un clamore forse inedito che nel corso degli anni ha continuato a far discutere. Perché raccontare oggi la storia di Pietro Maso? Perché oggi Maso è un uomo libero che ha pagato il suo debito con la giustizia e ha accettato di raccontarsi di fronte alle telecamere. Ascoltando dalla sua voce come veramente si sono svolti i fatti, i suoi ricordi e le sue emozioni più intime, si proverà a capire le motivazioni che lo hanno spinto verso l’omicidio.
 

Il punto di vista di “Io ho ucciso” resta sempre imparziale, senza giudizi, mosso soltanto dalla volontà di capire cosa può accadere nella testa di un uomo, di un ragazzo, di un figlio, che compie un atto così estremo. L’arco narrativo coperto dal documentario andrà dagli anni e dai mesi precedenti l’omicidio - aprendo uno squarcio sulla superficie luccicante degli anni ’80 appena trascorsi - fino ad oggi. Con il contributo della giornalista Raffaella Regoli, autrice de “Il male ero io” (2013), l’unica biografia autorizzata di Pietro Maso, della psicologa Vera Slepoj, del giornalista Gian Antonio Stella, e le testimonianze e il contrappunto di giornalisti, magistrati, avvocati e testimoni dell’epoca.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero