Ritrovarsi ad essere considerati il miglior testimonial per una piattaforma web come RaiPlay a 91 anni non è cosa che capita a tutti. Se però ci si chiama Piero...
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«La scienza di Piero Angela arriva su RaiPlay - esclama soddisfatta la direttrice di RaiPlay Elena Capparelli – Appena concluso il nostro primo show in diretta, le diciotto puntate con Fiorello, arriva Angela. Da eccellenza a eccellenza, Piero Angela è il più grande innovatore. Oggi tutto è frantumato e veloce, spesso c’è poca cura delle fonti: noi iniziamo un percorso per una conoscenza strutturata. È bene che anche il pubblico più giovane, che magari non guarda la televisione, possa avere questa conoscenza a disposizione».
Il presidente della Rai Marcello Foa concorda: «Nel 1981, con la nascita di Quark, Piero Angela ha dato vita all’esigenza di conoscere meglio la scienza, fino ad allora riservata solo a pochi. È uno dei volti storici della Rai e ora per RaiPlay pensa che sia il testimonial migliore per vincere la sfida anche sul web». I primi dati sembrano andare proprio in questa direzione: come riferisce la direttrice di Raiuno Teresa De Santis, in un’indagine di qualità effettuata sulle dieci puntate di SuperQuark+ il programma è stato apprezzato dal 76,6%, pari a tre persone su quattro, con un gradimento superiore ad 8, in una scala da 0 a 10.
Angela ringrazia per i complimenti e scherza: «Il sondaggio ci conforta anche se conosciamo tutti il valore degli exit poll». Poi racconta: «Abbiamo lavorato tanto, abbiamo creduto in questo progetto fin dall’inizio». E in quell’”abbiamo” ci sono non solo i suoi collaboratori storici ma anche i cinque giovani ricercatori (l’età media è sulla trentina) che, per l’occasione, sono stati trasformati in divulgatori in perfetto “stile Angela”: Davide Coero Borga, Giuliana Galati, Luca Perri, Edwige Pezzulli e Ruggero Rollini affiancheranno Piero nelle dieci puntate.
Con l’ironia che da sempre lo accompagna, Angela osserva: «Lavoro in Rai ininterrottamente dal 1952, sarei dovuto andare in pensione 26 anni fa. Se così fosse stato, cosa avrei fatto in questi 26 anni? Sarei andato ai giardinetti o dietro alle transenne a guardare il lavoro in un cantiere? La verità è che finché si fanno progetti si è giovani. Oggi, poi, abbiamo un’aspettativa di vita lunga. Ogni volta che stai per morire, la scienza arriva e ti regala un altro pezzetto. Quando sono nato la mia aspettativa era di vivere fino a 52 anni… ne ho fregati quasi 40!».
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Il Messaggero