Quando alzava il sopracciglio con quello sguardo da bello e dannato, sognavamo tutte di essere lì: sedute su un tavolo al Peach Pit, su qualche spiaggia di Los Angeles, a...
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E oggi che Luke Perry se ne è andato, stroncato da un ictus devastante a soli 52 anni, è come se fosse morto il nostro primo amore. E un pezzo della nostra adolescenza.
Quando il giovedì sera iniziava la sigla di Beverly Hills 90210 non ce n'era per nessuno. Chi scegliera Dylan? Quella snobbetta di Kelly o rimarrà nelle braccia di Brenda, il suo unico vero amore? Inutile dire che noi fan facevamo il tifo per lei. Ve lo ricordate quando Dylan confessò di preferire le bionde e Brenda si tinse i capelli con risultati devastanti?
Luke Perry è morto, "Dylan" di Beverly Hills 90210 stroncato da un ictus: aveva 52 anni
Luke Perry, il commovente messaggio di Steve di Beverly Hills: «Dio dagli un posto vicino a te, se lo merita».
Davanti alla tv facevamo finta di essere uno di loro, del gruppo del West Beverly High, di Brandon, Steve, Andrea, David, Donna. Beverly Hills 90210 è stato il Telefilm generazionale con la T maiuscola, l'antesignano di Friends, Dawson's Creek, The O.C. Di loro sapevamo tutto, sfogliando Cioè, comprandoci pacchi e pacchi di figurine, poster di Luke Perry che attaccavamo in camera e sognavamo. Piangevamo e sognavamo. La manica della maglietta bianca stretta sul bicipite, il ciuffo che lo aveva reso paragonabile a James Dean, il mito delle nostre mamme: Dylan non c'è più ma rimarrà per sempre a far parte di un pezzo di noi come rimangono i miti. Quelli veri.
Luke Perry se ne è andato proprio nei giorni in cui è stato annunciato il ritorno di Beverly Hills 90210, anche se lui, impegnato nella serie Riverdale, aveva annunciato che non avrebbe partecipato (così come Shannen Doherty, Brenda). «Creativamente, è un ruolo che ho già fatto e non so se mi faccia bene riprenderlo di nuovo», dichiarò. Ma tutte noi in fondo speravamo in un suo cameo, per tornare ragazzine ancora una volta.
Fu proprio lui a raccontare in un’intervista: «Sarò legato a lui finché non morirò, ma va bene così. Ho creato io Dylan McKay. È mio». E non sai quanto ci mancherà.
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Il Messaggero