Jean Paul Gaultier: «Dopo la morte del mio compagno ho pensato di smettere con la moda, poi ho trovato la forza di continuare per lui»

Ospite del salotto di Silvia Toffanin, lo stilista ha ripercorso la sua carriera, dagli inizi al ritiro dalle passerelle

Jean Paul Gaultier: «Dopo la morte del mio compagno ho pensato di smettere con la moda, poi ho trovato la forza di continuare per lui»
Dall'infanzia alla scomparsa del compagno, passando per l'addio alle passerelle e i suoi nuovi progetti, Jean Paul Gaultier si è raccontato in una lunga intervista...

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Dall'infanzia alla scomparsa del compagno, passando per l'addio alle passerelle e i suoi nuovi progetti, Jean Paul Gaultier si è raccontato in una lunga intervista a Verissimo. Ospite del salotto di Silvia Toffanin, lo stilista francese ha ripercorso cinquant'anni di carriera, tra moda, spettacoli e anche amore.

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L'intervista

«La mia infanzia è stata bellissima. Sono stato molto libero, mia madre mi passava tutti i capricci. Ho iniziato a disegnare per il mio orsacchiotto dato che non avevo bambole, essendo un maschio. Il seno conico? Non l'ho realizzato per Madonna la prima volta, ma per Nanà, il mio orsacchiotto». Ha iniziato parlando della sua infanzia Jean Paul Gaultier, ospite oggi a Verissimo. «Mia nonna Marie è stata la mia musa. Grazie a lei ho capito le sfumature delle donne, che ho sempre ricercato nei miei casting e nelle mie sfilate», ha aggiunto lo stilista.

Spazio poi all'amore, con il racconto della scomparsa del compagno, morto di Aids: «Alla fine degli anni Ottanta il mio compagno ha preso l'Aids. Ho sofferto tantissimo. Era con lui che ho costruito la mia maison. È stato lui a darmi la forza, abbiamo iniziato insieme. Tutta la mia produzione veniva fatta in Italia, e lui era di origine italiana. Eravamo una sorta di grande famiglia italiana. Dopo questa catastrofe, dopo questo dramma, mi sono messo a lavorare ancora di più. Quando è morto ho pensato di fermarmi, ma alla fine ho deciso di continuare per lui».

Poi però, l'addio alle passerelle è arrivato veramente: «Nel 2020 ho detto basta. Ho scelto io di finire, non sono stato licenziato, ma ho scelto di smettere. Non ero al massimo della modernità. Quando sono arrivato nella moda forse avevo la pretesa di rivoluzionarla, di cambiarla. Dopo cinquant'anni ho deciso di lasciarla per dedicarmi allo spettacolo. Io non sono uno sceneggiatore, ma ho voluto raccontare la mia storia con la musica e lo show», ha raccontato lo stilista. 

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Il Messaggero