Iva Zanicchi: «Non esco più di casa, sono un po' depressa». E rivela una parentela con la leghista Ceccardi

Iva Zanicchi, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1, raccontai postumi del lockdown e confida di non essersi ancora ripresa da tutto quello che è accaduto:...

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Iva Zanicchi, ospite di 'Un Giorno da Pecora' su Rai Radio1, raccontai postumi del lockdown e confida di non essersi ancora ripresa da tutto quello che è accaduto: «Sono leggermente depressa, non ho ancora il mio buonumore ma voglio tornare ad esser quella di prima, più divertente e spiritosa, cose non sono più».


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«Mio marito e io siamo ancora chiusi in casa, perché non riusciamo più a riprendere il ritmo di prima. Io sono andata al supermercato e dal parrucchiere. Ma mi riabituerò piano piano. Alla mascherina mi sono abituata, ma una fatica. E d'estate...». 


Poi una rivelazione: «Io ho una lontana parente nella Lega, abbiamo dei bisnonni comuni, la Ceccardi. Spero che la candidino, una ragazza molto intelligente, di buon cuore, preparata». L'auspicio è per la candidatura di Susanna Ceccardi, a presidente della giunta regionale della Toscana per la Lega nelle regionali 2020. Primo sindaco leghista in Toscana (a Cascina) la Ceccardi è attualmente europarlamentare del Carroccio.


Infine un commento sugli Stati generali: «Agli Stati Generali dell'Economia a Villa Pamphili non mi hanno invitato e ci mancherebbe altro. Ci sono persone molto più importanti di me, ma se mi avessero invitato avrei declinato l'invito, non avrei saputo come presentarmi, quale abito fosse il più adatto. Troppo eleganti, troppo chic». «Conte si presenta molto bene, ha classe e questo ha un grande valoresoprattutto in certi Paesi l'aspetto conta molto. Parla anche inglese». E la linea tenuta dal premier durante la quarantena? «Governare questo Paese è difficilissimo. Lui, quasi tutti giorni, a reti unificate, si faceva vedere e rassicurava. Lo avrei fatto anche io. Poi non ha mantenuto quello che ha detto, ma non perché non lo abbia voluto ma perché non sa che pesci prendere. Si arrampicano sui vetri. Non riescono proprio, ma non per cattiveria. È che non son capaci e non mi riferisco a Conte in questo caso». E a chi? «Nel tennis c'è il doppio e si gioca in quattro, lì giocano almeno in 20 e non si sa dove vanno a finire le palle».
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Il Messaggero