Il cinema romano si ribella a Zeffirelli: «Folle escludere Sordi dal film su Roma»

Alberto Sordi
ROMA - Stupore e amarezza. E’ lo stato d’animo di molti personaggi del cinema italiano dopo l’esternazione di Franco Zeffirelli su Alberto Sordi. «Non ho...

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ROMA - Stupore e amarezza. E’ lo stato d’animo di molti personaggi del cinema italiano dopo l’esternazione di Franco Zeffirelli su Alberto Sordi. «Non ho inserito Albertone nel mio docu-film “Omaggio a Roma” perché non è una star internazionale, come invece lo sono Anna Magnani e Marcello Mastroianni».




Queste le parole del regista toscano pubblicate in esclusiva dal Messaggero e commentate sul sito, nel giro di poche ore, da centinaia di lettori (tutti vicini, con parole d’affetto, all’indimenticabile attore romano).



Il maestro Carlo Lizzani che nel 1965 diresse Albertone in “Autostrada del Sole” rimane sorpreso. «Stimo Zeffirelli e non posso giudicare un film che non ho visto, ma trovo davvero curioso che si possa ignorare un attore come Sordi. Effettivamente Mastroianni e la Magnani hanno una caratura internazionale decisamente superiore, ma questa poteva essere l’occasione giusta per farlo conoscere. Anche perché la sua maschera travalica decisamente i confini nazionali: vidi Eduardo in scena a Mosca e, nonostante i russi non capissero l’italiano, riuscivano a seguire lo stesso la sua opera. E per Sordi sarebbe lo stesso. Faccio difficoltà a credere che, in un “Omaggio a Roma”, lui non ci sia».



Christian De Sica senza parole. «Considero Sordi il più grande attore italiano di tutti i tempi. Mio padre produsse uno dei suoi primi film, “Mamma mia come impressione”, accorgendosi subito del suo enorme talento. Albertone è un parente di tutti noi italiani, per me un maestro assoluto, la mia recitazione è costantemente ispirata a lui. Mi dispiace che un uomo intelligente come Franco Zeffirelli si abbandoni a giudizi su una persona che non c’è più. Pare sia diventata una moda sparare a zero sui colleghi nel nostro ambiente. Sordi poco conosciuto all’estero? Dopo “Un americano a Roma” gli conferirono la cittadinanza onoraria di Kansas City».



Vanzina sbigottito. E a proposito del memorabile film diretto da Steno, dell’infelice considerazione non può che rimanere sbigottito anche Enrico Vanzina. «Naturalmente Zeffirelli ha torto, ma è anziano e non voglio infierire. A noi romani e italiani questa dichiarazione secca molto, Alberto è uno di noi, è un nostro eroe e resterà tale. E’ assurdo fare un “Omaggio a Roma” e lasciarlo fuori, lui è l’identità di questa città».



Lapidario Enrico Montesano. «Io credo che Roma sia internazionale: è Caput Mundi. E Albertone ne era la sua grande espressione». La press-agent di Sordi, Paola Comin, testimonia infine quanto l’attore sia stato apprezzato all’estero. «Un giorno fummo ricevuti da Francis Ford Coppola a casa sua, si ispirò a lui quando anni dopo diresse uno spot con Massimo Ghini che omaggiava Alberto ne “Lo sceicco bianco”. Negli ultimi anni della sua carriera Sordi ricevette telegrammi di stima da tutti i più grandi, da Al Pacino a Scorsese. A Parigi, alcuni anni prima che morisse, i prestigiosi Cahiers du Cinema organizzarono una retrospettiva con tutti i suoi film. E ricordo come se fosse ieri quando a San Francisco, centinaia di studenti americani furono costretti a rimanere fuori perché l’aula in cui Alberto tenne lezione era tutta esaurita». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero