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Alfonso Signorini ha deciso di far scoprire un altro lato del bell'Antonio. Un lato umano, che pochi fino a oggi conoscevano. Si parla della mamma di Antonino Spinalbese e della scomparsa di suo padre.
«Da piccolo la separazione mi ha distrutto. Avevo 8-9 anni. Vedevo piangere mia madre. La vedevo soffrire e non capivo perché. Poi mio padre se ne è andato». Comincia così il racconto di Antonino. Frammenti di ricordi. Immagini, parole e qualche lacrima che cade ancora sul suo viso quando della sua morte, di quello che non è riuscito più a dirgli:
«A 17 anni ho avuto la mia prima discussione con mio padre. Una discussione che poi è rimasta sempre in sospeso. Abbiamo discusso perché io all’epoca ero un pazzerello. Mio padre se ne era accorto anche se viveva lontano, a Parma. Mi aveva rimproverato sulla mia immaturità di allora. Poi però non sono più riuscito a chiarire».
Non c'è riuscito perché «mio padre se ne è andato per sempre. Me l’ha detto mia madre una mattina. Mio padre si è tolto la vita.
Poi torna sulla separazione dei suoi genitori:
«Il primo dolore della mia vita la separazione dei miei genitori quando avevo nove anni. I divorzi quando si è piccoli sono un casino. Quando sei piccolo non ti rendi conto nemmeno quanto ti potranno fare male. Io ero un po’ un suo socio, anche un po’ il suo sosia. Il suo buongiorno era unico. Quando ho una bella notizia, una brutta notizia ho ancora l’istinto di chiamarlo. Eppure sono passati dieci anni. Non nascondo che continuo a scrivergli dei messaggi»
Poi ancora. «Io non ho mai parlato di mio padre. Stando qui, dopo 35, 40 giorni, ho deciso che è arrivato il momento di accettare che non ci sia più. Perché ho sempre finto che fosse nella porta accanto»
Prima di andarsene di casa «mi ha raccomandato di stare attento alle mie donne. Ci sono stato tanto attento. Mia sorella sono stato molto protettivo, anche molto severo. Mia madre è stata anche mia moglie». E sua madre gli ha scritto anche una lettera. Parole dolci che lo hanno commosso:
«Ciao Anto, se potessi donarti una capacità, ti donerei la possibilità di vedere con i miei occhi, Mi hai dato la forza di andare avanti. (...) Sei cresciuto troppo in fretta, senza la giusta leggerezza. (...) Ricorda che devi tirare fuori di te la parte che tieni nascosto. Sei un uomo con la U maiuscola. (...) Anche tuo padre sarebbe orgoglioso di te. La tua Sole non si è dimenticata di te, gli manchi tanto, ci manchi. Ti amiamo la tua mamma»
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