Chef Rubio ha deciso di eliminare in via definitiva i suoi account Instagram, Facebook e Whatsapp. Lo annuncia con un lungo messaggio pubblicato sui suoi social network e con...
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Ad ogni modo, Rubio sottolinea di rimanere «profondamente legato al suo quasi milione di followers» ringraziandoli pubblicamente e con cui continuerà a interagire tramite il suo account Twitter rubio_chef, Telegram e sul sito www.chefrubio.it. Ecco le parole del post con cui Rubio spiega la decisione di boicottare i social network di Mark Zuckerberg: «Abbandono Instagram, Facebook e Whatsapp. Ho deciso di cancellare i miei account da tutte le app social gestite da Mark Zuckerberg che - secondo una logica tutta sionista, assieme all’Anti-Defamation League (Adl) - controlla e censura la circolazione di contenuti e informazioni, violando il diritto alla libertà di espressione».
«Per mesi, senza alcun preavviso o notifica, Instagram ha sottoposto il mio account a una censura soft e subdola - affonda Rubio - Si chiama Shadow-ban, un silenziamento discrezionale che mette in una zona d’ombra chi pubblica contenuti ritenuti sensibili, che contravvengono i termini d’uso. Nel mio caso, lo shadow-ban ha riguardato principalmente i post anti-sionisti e contro l’occupazione della Palestina». «Tra dicembre 2019 e gennaio 2020, ricevo le prime segnalazioni di followers che non riescono più a vedere i miei post e le mie stories nella timeline. Da gennaio a giugno, nonostante si aggiungano centinaia di nuovi followers ogni giorno, il numero totale di chi segue la mia pagina non supera mai i 740mila, per poi inchiodarsi, ad oggi, a 737mila. Anche le views delle stories da una media di 60k crollano a 5k ogni 24 ore», aggiunge lo chef.
Rubio rivela di aver segnalato il problema, ricevendo la risposta che «si tratta di un blocco che elimina followers fake e bot per garantire la sicurezza del mio account». «Cazzate - trancia lo chef - Una spiegazione che non giustifica il mancato conteggio dei nuovi followers per oltre 6 mesi. Lo shadowban è una censura inaccettabile che viola l’art.21 della nostra Costituzione e l’art. 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo». L’addio ai social non riguarda Twitter, Telegram e il sito www.chefrubio.it, dove Rubio continuerà ad interagire col pubblico. «Come sempre rimarrò attivo nei luoghi fisici, nelle piazze, nei raduni dove la libera circolazione di idee garantisce uno scambio democratico e costruttivo, capace di contraddire disinformazione, la propaganda sionista / hasbara , bugie, revisioni storiche e negazionismi, minacce, insulti, provocazioni, e odio. Se ci tappano la bocca è perché diciamo scomode verità», aggiunge. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero