«Prima di Osama Bin Laden era Charles Manson l’uomo nero di America». Così recita la voce fuori campo nell’introdurre il documentario CHARLES MANSON...
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I filmati evidenziano, con tutta l’immediatezza e l’autenticità di immagini originali, la quotidianità dell’intera comunità presa ad adorare la sua guida, Charles Manson, e dedita all’abuso di droghe e a esperienze sessuali di gruppo. Sullo sfondo, l’atmosfera dell’estate 1967, la cosiddetta “Summer of Love”, l’anno della rivoluzione dei figli dei fiori in cui migliaia di liberi pensatori, musicisti e giovani artisti invadevano le strade di San Francisco con raduni, feste, concerti e performance teatrali. E poi il racconto dell’infanzia di Manson, della sua vera famiglia, degli anni in carcere, della sua amicizia (finita male) con il batterista dei Beach Boys Dennis Wilson e delle sue ambizioni poi disilluse come musicista. A corredo, tante interviste filmate agli ex membri della famiglia Manson come Paul Watkins, Sandra Good alias Sandy; Nancy Pitman alias Brenda, Brooks Poston e ad Aesop. E poi ancora a protagonisti dell’epoca come Robert Burbridge, ex agente della Polizia di Los Angeles, Don Ward, vice sceriffo della Contea di Inyo in California, Nancy Jordan, amica della famiglia e Thomas A. Phillips ex compagno di cella di Manson tra il 1961 e il 1967. Infine anche le testimonianze di due ex adepte, Catherine Share, alias Gipsy, e Dianna Lake, alias Snake, che dopo decenni hanno accettato di vedere le riprese fatte nel Ranch e hanno commentato i fatti dell’epoca rievocando il loro rapporto con Manson. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero