Brigliadori: Pechino Express mi serviva, sono sul lastrico. Ma a Nadia Toffa non chiede scusa

Brigliadori: Pechino Express mi serviva, sono sul lastrico. Ma a Nadia Toffa non chiede scusa
Eleonora Brigliadori non ci sta: «Avevo bisogno di Pechino Express, sono sul lastrico», si sfoga in un'intervista a Oggi dopo che la Rai l'ha esclusa dal...

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Eleonora Brigliadori non ci sta: «Avevo bisogno di Pechino Express, sono sul lastrico», si sfoga in un'intervista a Oggi dopo che la Rai l'ha esclusa dal reality per le sue dichiarazioni sulla giornalista delle Iene Nadia Toffa, che sta combattendo contro un tumore e che in passato aveva fatto servizi giornalistici sulle discutibili convinzioni mediche della Brigliadori. «Chi è causa del suo mal pianga se stesso», aveva commentato la Brigliadori, convinta che la chemio non aiuti a guarire dal cancro. Idee che la Rai ha ritenuto «in contrasto con la missione e i valori di servizio pubblico». 


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«Quando hanno accettato la mia candidatura conoscevano il mio passato e le mie idee. Il programma poi è registrato e non c'era rischio di mandare in onda mie dichiarazioni poco gradite. Avevo bisogno di partecipare a Pechino Express perché non ho mai vissuto di rendita e ho bisogno di lavorare. Mi hanno ridotto sul lastrico, ma io non elemosino la pietà di nessuno», dice la Brigliadori che avrebbe dovuto partecipare con il figlio.


Nonostante le polemiche non si è mai scusata con Nadia Toffa e non lo fa nemmeno nell'intervista a Oggi dove anzi sembra rivendicare quanto scritto: «Non ho fatto nomi né riferimenti a nessuno - si difende -. Ho solo citato un proverbio... se vedo qualcuno che, causando "il suo mal", si affida alla chemio, tutto quello che posso fare è soffrire per lui. Ho avuto un carcinoma epatico, un tumore al seno e un fibroma. Li ho affrontati per via spirituale, e li ho sconfitti tutti... Quando davanti al dettatore del mio cellulare ho detto "chi è causa del suo mal pianga se stesso", pensavo di inviare un pensiero d'amore. Ma sulla Rete c'è stato chi è stato abile a creare l'equivoco e a cavalcarlo». «Da oggi - conclude - sono Aaron Noele. Ho rovesciato il mio nome, l'ho spezzato in due come un pezzo di pane. Eleonora Brigliadori non esiste più, è un cadavere. L'ho uccisa io».
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Il Messaggero