WhatsApp, arriva la doppia spunta blu per la conferma di lettura. Web in rivolta: «Violata la privacy»

WhatsApp, arriva la doppia spunta blu per la conferma di lettura. Web in rivolta: «Violata la privacy»
Nel giro di poche ore è diventato "trend topic" su Twitter. La conferma che è ormai un dato di fatto: le chat sono entrate talmente in profondità nel tessuto sociale che ogni...

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Nel giro di poche ore è diventato "trend topic" su Twitter. La conferma che è ormai un dato di fatto: le chat sono entrate talmente in profondità nel tessuto sociale che ogni cambiamento genera dibattiti accesi.




E infatti non si parla d'altro: WhatsApp ha introdotto, con un nuovo aggiornamento, la tanto chiacchierata e temuta "doppia spunta blu", che avvisa della lettura di un messaggio ricevuto.



Per ricapitolare, quindi: una spunta corrisponde a "messaggio inviato", due spunte a "messaggio ricevuto", due spunte blu a "messaggio letto".



Una vera tragedia per tutti quelli che volevano far finta di non aver letto un messaggio, magari per evitare seccature. Adesso, come fanno notare in tanti su Twitter, non c'è più scampo. C'è chi annovera questa novità fra le principali cause dei prossimi divorzi; chi consiglia di non aggiornare l'applicazione (anche se è una soluzione solo temporanea, prima o poi bisognerà farlo); chi minaccia di passare a chat concorrenti molto più attente alla riservatezza (prima fra tutte Telegram, che permette anche di impostare un "timer di autodistruzione" delle conversazioni), e chi invece mette le mani avanti e rassicura amici e conoscenti di non preoccuparsi, che anche se la doppia spunta diventerà blu, magari non subito ma una risposta arriverà.



Ma è emersa anche una questione ben più spinosa: quella della privacy.



È un problema che già si era posto con altre chat e con alcuni servizi di posta elettronica, primo fra tutti quello di Google, Gmail. Quest'ultimo ha infatti introdotto un sistema per avere conferma dell'avvenuta lettura dei messaggi, che non è stato molto ben accolto dagli utenti.



È vero, amiamo tenerci in costante comunicazione, pubblichiamo interi pezzi delle nostre vite sui social network, passiamo ore a spulciare nei profili altrui. Il nostro concetto di privacy è, in un momento storico in cui ci stiamo definitivamente alfabetizzando ai linguaggi e ai meccanismi della Rete, quantomeno confuso.



Ma è comprensibile la pretesa che resti inalterato quello che è forse l'ultimo baluardo della riservatezza: il poter mentire. Soprattutto se si tratta di piccole bugie che giovano alla nostra serenità mentale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero