Videogiochi, lo studio: chi è bravo alla console ha un quoziente intellettivo più alto

Videogiochi, lo studio: chi è bravo alla console ha un quoziente intellettivo più alto
Accusati spesso di essere pigri, oziosi e nullafacenti, adesso per i giocatori di videogame è l'ora della vendetta. Perché anche giocare alla playstation...

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Accusati spesso di essere pigri, oziosi e nullafacenti, adesso per i giocatori di videogame è l'ora della vendetta. Perché anche giocare alla playstation può allenare il cervello. Secondo uno studio pubblicato dal giornale scientifico Public Library of Science ONE infatti, chi è bravo nei giochi virtuali ha un quoziente intellettivo più alto. La correlazione trovata dai ricercatori dell'università di York, in realtà, riguarda soltanto due videogame molto popolari: League of Legends e Defence of the Ancients 2, che «combinano pensiero strategico a reazioni veloci, e quindi possono premiare e allenare diversi tipi di pensiero».


Nello studio si comparano i livelli raggiunti nei due giochi e il quoziente intellettivo. Più le persone sono brave a giocare, più alto è il Q.I. Come ha spiegato il professor Alex Wade, tra i responsabili della ricerca, «giochi come League of Legends e Defence of the Ancient 2 sono complessi e richiedono un notevole sforzo intellettivo. La nostra ricerca suggerisce che la tua performance nel gioco può essere una misura della tua intelligenza».

Già in passato alcune ricerche avevano evidenziato che le persone brave a giocare a giochi di strategia, come gli scacchi, avevano punteggi più alti nei test del QI. Ora però la ricerca «estende questo dato ai videogiochi».


League of Legends e DOTA 2 sono entrambi giochi cosiddetti Moba, acronimo che sta per Multiplayer Online Battle Arenas: tecnicamente si tratta di giochi d'azione o di guerra che vedono coinvolte due squadre di 5 individui ciascuna. Lo studio si è svolto andando prima ad incrociare i risultati con i test del quoziente intellettivo, e poi analizzando dati da gruppi più ampi di giocatori. Secondo la ricerca non si ha lo stessa associazione nei giochi sparatutto in prima persona, quelli in cui l'azione si svolge attraverso gli occhi dei personaggi. «A differenza dei First Person Shooter, in cui la velocità e i riflessi sono la priorità, nei Moba viene stimolata la memoria e l'abilità di prendere decisioni strategiche considerando molti fattori», aggiunge il dottorando Athanasios Kokkinakis, che ha partecipato allo studio. 
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Il Messaggero