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Fallisce nella notte la seconda missione di Vega C, la prima commerciale del razzo lanciatore di Avio che avrebbe dovuto portare in orbita due satelliti Pleiades Neo (il 5° e il 6°, gli ultimi della costellazione).
Come rende noto Arianespace, a circa 2 minuti e 27 secondi dal decollo alle 2.47 (ora italiana) del lanciatore Vega C dallo spazioporto di Kourou (Guyana Francese) si è verificata un'anomalia poco dopo l'accensione del 2° stadio (Zefiro 40) che ha portato alla prematura conclusione della missione. È in corso l'analisi dei dati di missione per chiarire le ragioni di quanto accaduto. Il missile progettato e costruito al 70% a Colleferro, che è alto 36 metri, pesa 210 tonnellate ed è composto da 32mila parti, ha raggiunto la quota di 110 chilometri poi è rientrato nell'atmosfera, disintegrandosi, in corrispondenza di un punto sull'oceano Atlantico oltre 900 chilometri a nord della base europea che si trova 500 chilometri a nord dell'Equatore.
Si trattava della 22a missione dei razzi della famiglia Vega: il debutto risale al 2012 e si era giunti a 14 lanci consecutivi riusciti, record assoluto nella storia della missilistica mondiale, prima di registrare il fallimento di un lancio. In totale ora le missioni non portate a termine sono tre.
In attesa che termini l'esame della telemetria si rileva che ha funzionato "nominalmente" (in maniera regolare) il primo stadio P120, importante anche per le future missione del razzo Ariane 6 che farà il debutto nel quarto trimestre del 2023.
«Ingegneri e tecnici sono al lavoro per capire le cause del fallimento», ha detto Stéphane Israel, amministratore delegato di Arianespace, la società che gestisce i lanci dalla base europea di Kourou (Guyana Francese). Dopo il lancio, il motore del primo stadio di Vega C, P120C, si è acceso regolarmente, mentre è stata rilevata un'anomalia nella pressione del motore del secondo stadio, Zefiro 40. «Abbiamo osservato una deviazione della traiettoria e un'anomalia molto forte. Sfortunatamente la missione è persa», ha detto ancora Israel. Vega C ha quindi cominciato a perdere velocità circa tre minuti e mezzo dopo il lancio, ossia proprio quando il motore Zefiro 40 avrebbe dovuto far accelerare il razzo.
Il ministro Urso
“Questa mattina ho appreso la notizia che il nuovo lanciatore europeo Vega C con due satelliti Airbus a bordo, ha deviato dalla propria traiettoria 10 minuti dopo il decollo da Kourou”.
La nota di Arianespace
Dopo l'accensione nominale del motore del secondo stadio (Zefiro 40) circa 144 secondi dopo il decollo, è stata osservata una diminuzione della pressione che ha portato alla prematura conclusione della missione. Secondo la procedura standard, l'ordine di distruzione del lanciatore è stato dato dal Cnes, l'autorità per la sicurezza del lancio; non si sono verificati danni a persone o cose. Arianespace e l'Agenzia spaziale europea (Esa) hanno immediatamente deciso di nominare una commissione d'inchiesta indipendente. Questa commissione ha il compito di analizzare le ragioni del fallimento e definire le misure che soddisfano tutte le condizioni di sicurezza e affidabilità necessarie per consentire la ripresa dei voli di Vega C. La commissione, composta da esperti indipendenti, lavorerà con Avio, prime contractor del sistema di lancio Vega C. La commissione d'inchiesta è presieduta congiuntamente dall'ispettore generale dell'Esa e dal direttore tecnico di Arianespace. Maggiori informazioni saranno condivise non appena la Commissione avrà compiuto progressi nelle sue indagini.
I satelliti
I satelliti Pleiades-Neo (VHR-2020) fanno parte di una costellazione per l’osservazione della Terra costruiti da Airbus Difesa e Spazio e orbitanti a una quota eliosincrona di 629 chilometri. Sono in grado di riprendere ad altissima definizione il suolo trasmettendo i dati a terra ad altissima velocità (in pratica in tempo reale) grazie a un apparato laser.
Della costellazione, una volta completata, fanno parte sei satelliti identici in grado di "vedere" ogni zona della terra due volte al giorno alla risoluzione di 30 centimetri: i titoli della prima pagina di un quotidiano sono insomma leggibili anche da lassù, così come la targa di un'auto. Le immagini dei satelliti già in orbita sono già in vendita. Immagini e dati geolocalizzati che aiutano anche a combattere il cambiamento climatico.
Il Messaggero