Avio e il suo razzo lanciasatelliti Vega "made in Colleferro" continuano a stupire gli alleati europei e i rivali nel resto del mondo. Questa volta la storia...
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All'incontro, nella sede di Arianespace ospiti del ceo Stephane Israël, erano presenti anche il ministro francese della Ricerca, Thierry Mandon, e il direttore generale dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), Johann-Dietrich Woerner.
Giulio Ranzo
A poche settimane dalla nomina di Cazeneuve a primo ministro, l'obiettivo era fare il punto sulle attivitá dei lanciatori spaziali europei commercializzati da Arianespace. Unico italiano invitato all'incontro, Ranzo ha presentato Avio, con la sua lunga storia di collaborazione con l'Industria e le Istituzioni francesi attraverso Vega e i lanciatori Ariane, per i quali l'azienda italiana realizza da sempre i booster che spingono in orbita il razzo francese nella prima parte del volo.
«Questo incontro - ha detto Cazeneuve - è un'opportunità per me di sottolineare la nostra forte adesione al progetto di Avio per la commercializzazione e la gestione di Vega, un programma europeo in cui l'azienda italiana riveste un ruolo determinante. Dal 2012 Vega ha conosciuto 8 successi consecutiva, il che è davvero notevole. Vedo con piacere Giulio Ranzo, ad di Avio e partner chiave di Arianespace per il successo di Vega e per la partecipazione con i booster ai progetti anche di Ariane 6 e di Vega C».
«Il 2017 - ha detto poi Ranzo - sarà un anno intenso, tant'è che avremo tre lanci di Vega: il primo in marzo, e sette saranno i lanci di Ariane 5, quasi uno al mese. Per Avio si tratterà di un record in termini sia di produzione sia di campagne di lancio». Al lavoro senza sosta, insomma, gli oltre 800 tecnici di altissima preparazione nello stabilimento di Avio in via di espansione anche per ospitare i fratelli maggiori di Vega (Vega C) che nei prossimi anni amplieranno l'offerta di Avio consentendogli di reggere il confronto con i concorrenti di stato e privati di grandi potenze quali Usa, Russia, Cina, Giappone e India. Un confronto vissuto ogni giorno con orgoglio nell'azienda di Colleferro già alle seconda generazione di tecnici capaci di portare nello spazio l'ingegno italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero