Che Fiorello porti il buonumore è sotto gli occhi di tutti. Quello che non tutti sanno è cosa c'è dietro la costruzione di uno show di successo come...
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«L'edicola è nata nel 2011, io passavo da quel bar e mi fermavo - racconta Meloccaro - Non pensavo mai che sarei stato coinvolto. Il mio apprendistato in realtà è iniziato proprio allora ed è durato per cinque anni: è stato in tutto quel tempo che ho imparato a stare accanto a lui. In più ho avuto un'ulteriore fortuna: ci siamo ritrovati in vacanza in Sardegna e abbiamo fatto lo spin off dell'edicola (Laos). Ho trascorso mesi interi facendo 20 minuti di conversazione io e lui. Quando mi disse che facevamo l'edicola in tv 2016 ho scoperto che avevo fatto un provino lungo cinque anni, aveva individuato che ero il soggetto giusto. Io partivo come spalla, ma lui mi ha fatto fare tutto, prendendomi in giro mi ha valorizzato in maniera assoluta. Io facevo anche cose di stampo pseudo artistico. Ero partito per fare le domande e invece poi abbiamo capito che ci si divertiva così».
E se divertirsi in diretta era il comandamento numero uno, la preparazione al programma era tutt'altro che semplice. «L'improvvisazione in realtà non esiste - racconta Meloccaro - Lui è meticoloso e studia tutto nei minimi dettagli. Ogni battuta era pronta e già scritta: la sua bravura è nel far credere che sia tutto improvvisato. Quella che era assolutamente improvvisata era la nostra reazione: non ti dice mai quello che dirà lui perché vuole che la reazione sia assolutamente naturale. In questo è geniale».
E non c'è genio senza qualche aspetto “maniacale”. «Fiorello è ossessionato dalla perfezione - conclude Meloccaro - L'edicola ha una regia incredibile, bastava solo che un piccolo particolare non andasse per farlo arrabbiare. Per lui la qualità è fondamentale».
Il Messaggero