Sony vince la guerra contro Nintendo e torna regina delle console per la prima volta in otto anni. Il colosso dell'elettronica e dell'entertainment, pur tornato in rosso a...
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Il successo, su cui pesano anche le difficoltà strategiche di rilancio accusate da Nintendo, è dovuto - rileva il quotidiano finanziario Nikkei - alla PlayStation 4 che ha più che compensato la frenata del 20% annuo della PlayStatiom Vita. La nuova 'ammiraglià della Sony, disponibile negli Usa e in altri Paesi da novembre, ha venduto quasi 7 milioni di unità al 31 marzo scorso, alla chiusurà dell'esercizio 2013/14. Al contrario, Nintendo ha ceduto terreno per la cattiva performance della console portatile 3DS e della nuova Wii U.
Per Microsoft, le vendite sono salite del 16%, a 11,6 milioni di pezzi, beneficiando della Xbox One, lanciata negli Stati Uniti e in altri mercati lo scorso novembre. Risale al 2005 l'ultima volta che Sony è stata in cima alla lista delle vendite di console era l'anno fiscale 2005: la PlayStation 3 aveva avuto un successo sotto le attese e Wii e Ds aveva guadagnato importanti fette di mercato.
Il settore delle console, tuttavia, continua a scontare la dura concorrenza dei videogame offerti sugli smartphone, spesso gratis e sempre più diffusi. Al punto che tutte le strategie dei principali player sono sotto continua evoluzione, come l'offerta - osserva il Nikkei - di nuovi servizi, tra cui i giochi basati sul cloud per attirare nuovi giocatori. Secondo Gartner, società di ricerche del settore, il mercato dei videogame supererà per la prima volta i 100 miliardi di dollari a fine 2014, per attestarsi a 111 miliardi a fine 2015.
Nella scomposizione dei diversi segmenti, le console, nello stesso periodo, saliranno a 49 miliardi e poi a quota 55, mentre il comparto "mobile", tra cui gli smartphone, si porterà prima a 17 e poi a 22 miliardi. Il quotidiano nipponico, infine, stima che Sony possa tenere la leadership anche per tutto l'esercizio fiscale in corso visti i piani con poche novità da parte di Nintendo. Che potrebbe chiudere il quartier generale in Germania, con il taglio della forza lavoro e di almeno 130 lavoratori in Baviera Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero