Samsung multata: pagava per commenti negativi su HTC a Taiwan

Samsung multata per "astroturfing"
Quante volte acquistiamo un prodotto su internet basandoci sulle recensioni degli utenti? Spesso e volentieri probabilmente, anche se soprattutto negli ultimi tempi lo strumento...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Quante volte acquistiamo un prodotto su internet basandoci sulle recensioni degli utenti? Spesso e volentieri probabilmente, anche se soprattutto negli ultimi tempi lo strumento dei commenti ha mostrato i suoi punti deboli.




Uno dei primi problemi è rappresentato dalle recensioni “pilotate”. Un fenomeno che è più diffuso di quanto si potrebbe credere, ed è utilizzato anche dalle grandi aziende. Addirittura la coreana Samsung, una delle più grandi al mondo, è stata presa “con le mani nel sacco” e multata di 340 mila dollari per aver manipolato i commenti per svantaggiare la concorrente HTC.



Samsung, come riporta la Taiwan's Fair Trade Commission (FTC), avrebbe pagato due aziende di marketing per «mettere in risalto i punti deboli dei concorrenti» sui forum di Taiwan e scrivere cattive recensioni sui prodotti HTC. Una pratica che, in gergo tecnico, si chiama “astroturfing”.



Certo 340 mila euro di multa per un'azienda del genere sono poco più che spiccioli, ma la vicenda non fa di sicuro buona pubblicità al marchio coreano. Tanto che Samsung ha commentato l'accaduto al magazine americano “The Verge”, dicendo di voler continuare a «impegnarsi in una comunicazione trasparente e onesta nei confronti dei consumatori». Sarà, ma più che la singola azienda, ad uscire malconcio da questa storia è l'intero sistema di credibilità dell'e-commerce. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero