Dalla famiglia allo Stato, passando per la scuola e le associazioni: proteggere dai pericoli di internet i minori, che vivono su chat e social network grazie a uno smartphone...
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Emergenza, questa, avvertita sia nella maggioranza che tra le opposizioni, con l'M5S che annuncia una sua proposta di legge. Sul fronte della giustizia penale si sottolinea l'importanza di magistrati e forze dell'ordine specializzati, così come del recupero di sex offender e pedofili nelle carceri. A fare scudo sono chiamati anche i cittadini, che vanno sensibilizzati, mentre alle aziende si chiede di mettere la sicurezza dei minori alla base dello sviluppo di prodotti e servizi. Per difendere i ragazzi servono leggi 'ad hoc', ma prima ancora un bagaglio di conoscenze e competenze digitali tra i docenti e nei genitori, che non sempre hanno familiarità con la tecnologia. «La scuola sta facendo la sua parte», anche grazie a «un esercito di 8mila 'animatori digitalì tra i docenti», assicura il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, che ha lanciato la campagna contro il cyberbullismo dando un messaggio chiaro ai giovani: «non siete soli, le vittime parlino». «La rete, ragazzi, è uno spazio di libertà, sappiatelo usare! Non datela vinta ai bulli», è il messaggio della presidente della Camera Laura Boldrini. Più difficile l'educazione digitale di bambini e adolescenti nelle case, con 23 milioni di italiani che non hanno mai usato internet. «L'alfabetizzazione informatica non può essere lasciata al destino, serve intervenire come si è fatto con la campagna di alfabetizzazione nei primi del Novecento», sostiene Silvia Costa, presidente della commissione Istruzione dell'Europarlamento.
Per Riccardo Luna, digital champion del governo Renzi, «molto può - e deve - fare la Rai, che entra nelle case di tutti», proprio come ha fatto negli anni Sessanta insegnando l'italiano con il maestro Manzi.
Il Messaggero