Nell’anno dedicato alla luce e nel centenario della formulazione della teoria della relatività di Albert Einstein, brilla un concetto: la matrice cosmica. Inutile cercare su...
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L’INCONTRO Ma c’è di più. Stasera, in collegamento con l’università di Cambridge, alle ore 18,30 (in diretta streaming), ci sarà l’intervento probabilmente più atteso. Quello di Stephen Hawking. «Tutto l’evento, patrocinato dalle Nazioni Unite -commenta il professor Ruffini-, è anche l’occasione per celebrare il centesimo anniversario delle equazioni di Einstein, l’anno internazionale della Luce proclamato dall’Unesco e il cinquantenario della nascita dell’Astrofisica relativistica». Ma la novità assoluta del summit sarà proprio la presentazione di quella che viene definita “matrice cosmica”.
UN ALTRO PARADIGMA «È la prima volta in assoluto -è sempre Ruffini a parlare- che i fenomeni che si osservano nelle particelle elementari, avvengono anche nell’Universo. Eravamo abituati a pensare ad eventi della durata di milioni, miliardi di anni. La vita di una stella, la formazione di un buco nero, l’esplosione di una supernova etc. etc. In questi ultimi tempi abbiamo osservato -continua il fisico teorico- che esistono processi cosmici della durata di pochi minuti. Un fatto straordinario e fino ad ora inconcepibile». Gli scienziati hanno scoperto che una giovane supernova, interagendo con una stella di neutroni, da luogo a un buco nero e un'altra stella di neutroni. Ma tutto questo processo non dura milioni di anni, bensì poco più di tre minuti. «Tutto ciò -spiega ancora Ruffini- si osserva e si sperimenta a terra grazie agli acceleratori nel mondo subnucleare su dimensioni del Fermi, cioè del decimillesimo di miliardesimo di centimetro. La "matrice Cosmica", invece, coinvolge un fenomeno che in soli tre minuti emette la luminosità di tutte le stelle del Cosmo ed è visibile nell' intero Universo! È un processo di collisione e trasmutazione e, probabilmente, un nuovo paradigma».
I NUOVI SCENARI Dopo la teoria della Relatività, l’espressione più alta dell’Homo Sapiens, per astrofisici e astronomi, l'esistenza di questi processi totalmente nuovi, apre scenari inimmaginabili e fino ad alcuni anni fa impensabili. Staremo a vedere. E tra i tanti interventi previsti al meeting, il più atteso è quello di colui che ha occupato la cattedra di Newton. «Sappiamo l’ora in cui interverrà il famoso scienziato e ci ha dato anche un titolo -conclude Ruffini-. Hawking disquisirà su “Fire in the equations“, siamo tutti curiosi di vedere come avrà deciso di svilupparlo. Per ora, per i 1.200 fisici, l’unico mistero certo riguarda proprio il suo intervento». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero