Vi ricordate la scena del film in cui Amélie Poulain prende sottobraccio un cieco e lo guida in un giro vorticoso al mercato, tra le strade, i profumi, i pettegolezzi del...
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Si chiama Be my eyes ed è stata progettata da un gruppo di sviluppatori danesi. Be my eyes permette di mettere in contatto ipovedenti con persone vedenti. Non a caso l’app si chiama “Sii i miei occhi” perché la connessione social si basa sul poter prestare i propri occhi attraverso l’occhio elettronico (la videocamera) dello smartphone.
In cosa si può essere utili? Per controllare la scadenza del latte, esplorare l'ambiente circostante per ritrovare un oggetto smarrito, leggere il nome di una via, sapere dove si deve premere il pulsante di un citofono.
Come funziona? Si riceve una videochiamata da un ipovedente che ha bisogno di identificare un oggetto che ha di fronte. I volontari registrati rispondono e guardano dove l’utente che ha chiamato non riesce.
Sul sito dell’applicazione vengono continuamente aggiornati i dati. Quasi 5 mila ipovedenti sono stati aiutati in vario modo con oltre 63 mila “sguardi prestati”.
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Il Messaggero