Phishing, truffa da un milione di euro Conti bancari violati, 17 arresti

Sezione criminalità informatica dei carabinieri
PERUGIA (11 marzo) - Ancora un colpo agli esperti di phishing, i criminali informatici che creano false pagine di istituti di credito con l'obiettivo di carpire dati sensibili e...

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PERUGIA (11 marzo) - Ancora un colpo agli esperti di phishing, i criminali informatici che creano false pagine di istituti di credito con l'obiettivo di carpire dati sensibili e svaligiare i conti correnti.




Con l'operazione Iktus (dal greco pesca) la polizia postale di Perugia sono state emesse 17 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di dieci romeni, tre italiani e quattro egiziani (47 invece gli indagati a piede libero). I criminali informatici inviano e-mail dove invitavano gli utenti ad accedere a siti delle Poste italiane o di altre banchi. Il link segnalato nelle e-mail non portava però ai siti originali, ma altri molto simili nella grafica, ma realizzati solo per rubare i dti di accesso ai conti.



Il bottino della banda è di circa un milione di euro. Centinaia gli utenti colpiti, molti in Umbria. Associazione per delinquere finalizzata a intrusione informatica, truffa, falsificazione di documenti, furto e detenzione abusiva di codici di accesso i reati contestati a vario titolo.



L'organizzazione operava prevalentemente tra Lombardia e Piemonte e gran parte dei proventi illeciti venivano trasferiti in Romania (dove sono in corso di esecuzione sei ordinanze). Nove gli arresti eseguiti invece dalla Polizia postale di Perugia a Milano, Novara e Padova (due i ricercati in Italia).



Le indagini sono partite nell'aprile dello scorso anno a seguito di una denuncia presentata per una somma di denaro risultata depositata fraudolentemente su una carta Postepay. Il denaro veniva fatto transitare o in altri conti aperti da teste di legno dell'organizzazione (gran parte degli indagati a piede libero) e subito dopo chiusi (tra cui uno anche a Perugia), o su carte postepay che venivano utilizzate o per ricariche telefoniche poi vendute a un prezzo più basso.



Gran parte dei presunti guadagni illeciti venivano trasferiti in Romania dove, secondo la polposta, risiede la mente dell'organizzazione. All'operazione hanno collaborato agenti della polposta dei compartimenti di Lombardia, Piemonte e Veneto, nonchè l'Interpool e la polizia romena per quanto riguarda gli arresti in quel Paese. Carte postepay, telefoni cellulari, sim card, pc e vari documenti sono stati sequestrati nel corso delle numerose perquisizioni.


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Il Messaggero