Una sfida che sta per diventare realtà: la pelle umana stampata in 3D. Per intervenire su danni gravi causati da ustioni o lesioni importati per le quali occorre sostituire...
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Per quanto riguarda questa nuova applicazione sulla cute, la difficoltà più grande è rappresentata dall’inchiostro ma lo scienziato dagli occhi a mandorla assicura che si sta mettendo a punto un materiale idoneo e che l’intero processo sarà completato entro due, tre anni al massimo per offrire l’innovativa “pelle di ricambio” in ambito medico. Già da qualche anno in America si sta studiando il corrispettivo tecnologico anche in ambito cosmetico. «Inizialmente utilizzeremo le stampanti per produrre arti artificiali -ha spiegato il dottor Jun alla stampa cinese- ma poi potremo sviluppare un numero maggiore di prodotti medici avanzati con l'utilizzo delle cellule staminali stampate in 3D, è solo questione di tempo».
In termini scientifici si parla di bioprinting, ovvero una tecnica di medicina rigenerativa che, al posto di plastiche, ricorre alle cellule umane per riprodurre tessuti e organi. Nel caso specifico utilizzare la stampa significherebbe velocizzare la guarigione delle ferite, evitare complicazioni come rigetto e infezioni, oltre alle cicatrici post interventi, al dolore e ai lunghi tempi di recupero. Proprio nella città di Chongqing sta per aprire la prima fabbrica di stampa 3D dedicata alle strumentazioni mediche con il benestare dell’Agenzia cinese per gli alimenti e i medicinali (China Food and Drug Administration), Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero