Questa volta al sequel di Ombre Rosse, girato da Curiosity su Marte, mancano davvero solo John Wayne e Geronimo oltre alla diligenza in fuga nella Monumental Valley. Per fortuna...
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Sono sempre più affascinanti le foto che il veicolo a sei ruote sta inviando alla Terra dopo aver doppiato la boa dei 1.500 sol (il giorno marziano) all'avvio del suo quarto anno di missione che prosegue a gonfie vele. Sempre più affascinanti e altrettanto familiari perché la zona di Murray Bates ricorda con fantastica fedeltà le zone desertiche degli Stati Uniti fra lo Utah e l'Arizona, scenario di mille film cult a cominciare proprio da Ombre Rosse di John Ford al quale è dedicata una delle piattaforme più panoramiche della Monumental Valley con i suoi giganti rossicci modellati nei millenni da acqua e vento. Proprio come le asperità fotografate su Marte dal Curiosity che lasciano chiaramente intendere l'effetto dell'erosione di corsi d'acqua scomparsi dalla superficie del pianeta rosso che viene periodiodicamente perforata dal trapano del rover che intanto continua la mappatura per immagini del cratere Gale. Nelle foto di ultimi giorni (o di questi ultimi sol) mancano solo gli indiani a cavallo e poi il set sarebbe perfettamente identico a quello del western dei western girato nel 1939. Oppure, cambiando il senso del tempo, manca solo di vedere, in quelle foto di Curiosity, la faccia di Matt Damon-Mark Watney che si fa inquadrare dagli occhi elettronici del rover.
Intanto, mentre Curiosity percorre lento ma instancabile il suolo, dalla sonda in orbita Reconnaissance arrivano altre immagini inedite ed emozianti come questa di Lethe Vallis con gli effetti della sabbia accumulata da gigantesche alluvioni oppure da colate laviche.
Il Messaggero