È un gioiello della ricerca, della tecnologia e dell'industria italiana, il radar Marsis, l'unico radar in grado di esplorare il sottosuolo di Marte fino alla...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE ----> Lago di acqua salata sotto la superficie
È stato progettato sotto la guida scientifica di Giovanni Picardi, dell'università Sapienza di Roma, mentre la Nasa, attraverso il Jet Propulsion Laboratory (Jpl) e l'Università dell'Iowa, ha fornito una parte dell'elettronica e una delle antenne. Per le sue caratteristiche uniche, il radar Marsis «è uno strumento di concezione innovativa», ha osservato Enrico Flamini, uno degli ideatori del radar e responsabile dello strumento per l'Asi. «Marsis - ha aggiunto - è completamente diverso da qualsiasi altro radar mai sperimentato in una missione spaziale». Nonostante Mars Express sia entrata nell'orbita marziana nel dicembre 2003, soltanto nel 2005, dopo lunghe verifiche per la sicurezza, Marsis ha potuto dispiegare le sue tre antenne lunghe e sottilissime, due delle quali raggiungono 20 metri e la terza sette. Mai prima di allora antenne di quel tipo erano state utilizzate nello spazio. Un'altra caratteristica unica di questo radar sono i segnali radio a bassa frequenza, compresi fra 1,5 e 5 MegaHertz: grazie ad essi è stato possibile 'riconoscerè la presenza di acqua in profondità. Il radar funziona inviando impulsi in grado di penetrare attraverso la superficie e lo strato di ghiaccio, quindi le radio-onde vengono riflesse in modo diverso dagli ostacoli che incontrano nel sottosuolo, in modo da fornire informazioni utili a identificarne la natura. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero