Da Kim Kardashian a Belen e Chiara Ferragni: cosa vuol dire essere social influencer

Da Kim Kardashian a Belen e Chiara Ferragni: cosa vuol dire essere social influencer
Chiara Ferragni, Kim Kardashian e Belen sono delle influencer? A rispondere è Gerardo Grasso, esperto di influencer marketing, che in maniera provocatoria (o forse no) ha...

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Chiara Ferragni, Kim Kardashian e Belen sono delle influencer? A rispondere è Gerardo Grasso, esperto di influencer marketing, che in maniera provocatoria (o forse no) ha lanciato questa domanda al pubblico presente al panel della Social media week sui nuovi modelli etici da operare nel campo dell'influencer marketing.


«Loro tre si devono considerare testimonial e web celebrity - dice Grasso - Non riescono a fornire valore aggiunto alla conversazione on line e non aggiungono nulla oltre alla loro foto con i prodotti sponsorizzati». Il problema, però, non riguarda i grandi nomi che vengono scelti per “raccontare” un prodotto, ma le aziende che vanno seguite in questa nuova frontiera del marketing.
«Il ruolo dell'influencer non è quello di un testimonial, non è da considerare un cartellone pubblicitario - continua Grasso - C'è un'autonomia intellettuale dell'influencer necessaria per salvaguardare l'autenticità del messaggio. Non devono fare un endorsement fine a se stesso, ma devono orientare il processo di acquisto degli utenti e soddisfare tanti obiettivi di business. Il nuovo modello di influencer marketing è improntato sulla relazione: le aziende devono comprendere che gli influencer non sono il target, sono dei mediatori che producono esperienze autentiche».

Attenzione è stata data, durante il panel, anche alla regolamentazione del mercato. «L'Italia è arrivata tardi e solo da poco tempo si vede comparire in alcuni post l'hashtag #ad che segnala la presenza di una pubblicità. In realtà la cosa fondamentale è stabilire la relazione che l'influencer ha con gli utenti e i prodotti pubblicitari. Il fatto che ci sia un accordo commerciale non deve influenzare il suo messaggio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero