Ha illuminato a giorno i cieli del Nord Italia: «Il bolide del 30 maggio era un mini asteroide»

Una rappresentazione artistica di un bolide
Certo, definirlo mini asteroide è un po' azzardato, ma se lo dice l'Inaf c'è da farsene una ragione. Probabilmente l'Istituto nazionale di...

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Certo, definirlo mini asteroide è un po' azzardato, ma se lo dice l'Inaf c'è da farsene una ragione. Probabilmente l'Istituto nazionale di Astrofisica ha voluto un po' “giocare” con i termini  visto che il prossimo 30 giugno  si festeggia l'Asteroid day, ma in ogni caso la notizia, scaturita dopo una serie di studi, è davvero interessante.

«A produrre la scia luminosa della serata del 30 maggio scorso è stato un mini-asteroide. Gli scienziati della collaborazione Prisma, promossa e coordinata dall’Inaf, hanno stimato la zona di caduta di eventuali meteoriti nel territorio compreso fra Padova e Venezia», si legge in un comunicato dell'Inaf.

Gli studi sull’origine, composizione e traiettoria della meteora e le ricerche di eventuali frammenti del bolide sono iniziati subito dopo l’avvistamento da parte della stessa collaborazione Prisma, promossa e coordinata dall’Istituto nazionale di astrofisica, e nata alla fine dell’anno scorso proprio per lo studio e il monitoraggio di eventi del genere. «È stato un lavoro lungo e complesso -ha confermato Daniele Gardiol, dell’Inaf di Torino, coordinatore nazionale del progetto Prisma-, che arriva proprio a ridosso del 30 giugno, giorno dichiarato dall’ONU Asteroid Day».

LE MISURAZIONI
Tirando amichevolmente e simpaticamente le orecchie all'Inaf per quella che possiamo definire una sorta di goliardata, va detto che in effetti, sul bolide del 30 maggio scorso, sono state effettuate ricerche minuziose.
«I risultati dei calcoli indicano che -è sempre Gradiol a parlare-, prima del suo ingresso in atmosfera alla formidabile velocità di 54.000 km/h il meteoroide aveva una massa fra i 50 e i 200 kg, con una dimensione dell’ordine di 30-60 cm. Fortunatamente le riprese delle camere Prisma, integrate dal contributo fondamentale dato dalle osservazioni delle camere della rete Imtn (Italian Meteor and Tle Network), hanno permesso di concludere che l’oggetto si è in gran parte “sbriciolato” nelle fasi iniziali dell’impatto con l’atmosfera, ad una quota di circa 40 km, provocando molto probabilmente uno “sciame” di piccole meteoriti delle dimensioni di una pallina da golf e del peso di parecchie decine di grammi».

E poi dagli studiosi dell'Inaf arriva anche un appelo:«Le meteoriti sono oggetti molto rari, di grandissimo valore scientifico e dobbiamo fare il massimo per tentare di recuperarle. Le segnalazioni possono essere inviate all’attenzione del team scientifico dell’Inaf-Prisma all’indirizzo e-mail prisma_po@inaf.it».
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Il Messaggero