“Venti mesi”, un gioco per capire la storia d'Italia

“Venti mesi”, un gioco per capire la storia d'Italia
Quando i trentenni Claudia Molinari e Matteo Pozzi si sono incontrati la prima volta, lavoravano entrambi in un'agenzia di comunicazione, l'una come grafica, l'altro...

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Quando i trentenni Claudia Molinari e Matteo Pozzi si sono incontrati la prima volta, lavoravano entrambi in un'agenzia di comunicazione, l'una come grafica, l'altro come scrittore e sceneggiatore televisivo. Non potevano sapere che sarebbero di lì a breve diventati non solo una coppia creativa, ma anche una coppia nella vita. E men che meno potevano immaginare che sarebbero finiti a sviluppare videogiochi, visto che fino ad allora nessuno dei due aveva mai tentato nulla di simile. L'occasione venne dalla comune passione per l'arte del pittore olandese Hieronymus Bosch. «Nel 2013 decidemmo di partecipare a un contest in Olanda, per i 500 anni dalla sua morte racconta Matteo bisognava sviluppare un videogioco ispirato alla vita del pittore. Io e Claudia decidemmo di tentare, mettendo insieme i suoi disegni e la mia scrittura. Mi misi a studiare un po' di programmazione e alla fine, in modo un po' punk, venne fuori un videogame, Cave! Cave! Deus videt». Fatto sta che quel videogioco vinse il concorso, lanciando We Are Müesli (nome del duo) nel circuito videoludico indipendente. Un percorso che hanno coltivato soprattutto all'estero, tra Olanda, Francia e Germania. «Ma anche qui la situazione sta migliorando rileva Pozzi Insieme ad altri studi italiani abbiamo fondato un collettivo, Contralto, sul modello di quelli esteri. Vogliamo promuovere il videogioco autoriale, che esprima una visione del mondo. Un genere fuori dai circuiti più consolidati e che forse non sempre paga. Ma esistono altre forme di finanziamento che premiano iniziative come la nostra».

Così è nato il progetto più significativo.

Venti Mesi, un videogioco narrativo che ripercorre il periodo dall'8 settembre 1943 al 25 aprile del 1945, quando un'Italia dilaniata diventò un campo di battaglia. Il gioco è stato commissionato e finanziato nel 2015 dal Comune di Sesto San Giovanni, dove Matteo e Claudia abitano e reso disponibile gratuitamente (Pc e Mac, da www.wearemuesli.it/ventimesi). Venti Mesi è una piccola perla di grafica e narrazione, un racconto raffinato e luminoso che meglio di tanti libri riesce a cogliere l'essenza di quel periodo drammatico. Lo fa attraverso i sogni dei bambini (molti si chiamavano Benito senza sapere che portare quel nome era un modo per avere una razione di cibo in più) e i racconti degli adulti. «Alcune delle storie del gioco spiega Matteo sono tratte dai racconti dei nostri nonni, il che ha reso questo progetto particolarmente emozionante».

Questa è la ricetta di We are Müesli: rendere il videogame un mezzo di valorizzazione del patrimonio dell'Italia. Pozzi ne è convinto: «Crediamo si possa avere anche un ritorno turistico da questi progetti. È vero, la via della sperimentazione può essere complicata, ma il mercato ha le sue regole. Piuttosto è chi sviluppa videogame che ha una responsabilità. Una responsabilità creativa».
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Il Messaggero