Miliardi di anni e non sentirli. Ma mostrarli tutti al mondo come una star: non si tratta però di una stella ma di un fossile, il più antico sulla terra, ovvero una...
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A portare alla luce il fossile dopo un tempo infinito è stato un ricercatore australiano dell’università di Wollongong, Allen Nutman che ha rivelato la sua scoperta attraverso le pagine della rivista scientifica internazionale Nature. Dove ha presentato la “nuova” vecchia arrivata: una stromatolite, struttura formata dai sedimenti di micro-organismi, all’interno di una roccia che è stata modellata da secoli e secoli di alte temperature e pressioni sul terreno. E in cui sono stati individuati i segni di una qualche forma di vita elementare.
Una scoperta di grande importanza che porta indietro di oltre 200 milioni di anni le prove dell’esistenza di vita sul nostro Pianeta. E batte, a ritroso, il record di anzianità del precedente frammento, fino ad ora considerato il più attempato: sempre un frammento di stromatolite ritrovato in Australia, nel Cratone Pilbara, ma di appena 3.430 milioni di anni.
«La superficie della Terra 3,7 miliardi di anni fa era un luogo turbolento, bombardato da asteroidi e ancora in una fase di piena evoluzione- ha commentato questa nuova straordinaria scoperta Abigail C. Allwood, del Jet Propulsion Laboratory della Nasa-. Se la vita ha trovato un appiglio in un ambiente del genere, e ha persino lasciato tracce capaci di arrivare fino a noi, allora vuol dire che la vita non è qualcosa di fragile e improbabile: dai alla vita mezza chance e lei se la prenderà» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero