Più follower o più coinvolgimento, il dilemma social nel mondo dell'informazione

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I social hanno trasformato il mondo dei lettori in una comunità propositiva e interattiva. Una notizia non solo letta, ma commentata e condivisa e sempre di più...

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I social hanno trasformato il mondo dei lettori in una comunità propositiva e interattiva. Una notizia non solo letta, ma commentata e condivisa e sempre di più l'impatto emozionale di un determinato articolo è rilevante nel gradimento dello stesso da parte degli utenti. User che non sono solamente, ormai, lettori, ma sempre di più diventano follower. Il mondo dell'editoria si è trovato davanti nuove sfide come quella dell'engagement, ovvero quanto una notizia ha attecchito nei propri lettori per essere commentata e condivisa. Possiamo tradurlo in italiano in “coinvolgimento” e misura il successo del messaggio condiviso con il pubblico e ha lo scopo di creare “legami” forti tra la testata e i suoi lettori, per fidelizzarli ulteriormente. La readership si misura sul numero di follower o sull’“engagement” generato? A rispondere saranno quattro giornalisti che operano nel mondo del web e che quotidianamente si misurano con le nuove metriche messe a disposizione da internet: Filippo Poletti, social media manager di Fiera Milano Media, Guglielmo Nappi, responsabile di Leggo.it, il caposervizio del Velino Nicholas Dominic Leone e Davide Desario, responsabile della redazione de Il Messaggero.it.


Meglio più follower o meno utenti ma più coinvolti? «Una cosa non esclude l'altra – afferma Desario - Pensare che internet abbia una formula facile è molto superficiale, sarebbe tutto risolto, tutti quanti con il pienone di click, di follower e di engagement». A chi pensa alla pagina social di un quotidiano come un'estensione del quotidiano stesso, Desario risponde: «Per me non è così. Ci sono tre livelli: il primo è il cartaceo che offre un approfondimento e una gerarchia delle notizie delle 24 ore precedenti. Il sito internet è più immediato, c'è meno tempo di approfondimento ma è al contempo più esaustivo, con video e foto che danno completezza. Poi ci sono i social che sono rulli di notizie dove non c'è gerarchizzazione. Sta ai lettori stessi sancire il successo di questa o quella notizia con commenti e interazioni». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero