«Le fake news sono un pericolo concreto per le elezioni in Italia»: non ha dubbi la presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini, ospite dello stand del...
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Un ruolo fondamentale, secondo la Boldrini, ce l'hanno i cosiddetti "giganti del Web", social network in primis: «Le grandi piattaforme digitali hanno una responsabilità enorme. Fanno moltissimi soldi e hanno un grande potere. E quando si ha un grande potere, si ha una grande responsabilità. Dunque devono collaborare di più e fare in modo che ci siano più uffici operativi».
E sulla possibilità che le elezioni italiane possano essere "inquinate" dalle fake news, Boldrini ha risposto: «In un rapporto, Freedom House ha detto che in tutti i 18 Paesi in cui ci sono state elezioni nell'ultimo anno si sono verificati casi di contaminazione causati dalle fake news. Non vedo perché per noi dovrebbe essere diverso. Il pericolo esiste. Per questo ho lanciato la campagna "Basta bufale", che chiedo a tutti gli italiani di sottoscrivere: consegnerò questo appello ai leader politici perché ci siano elezioni libere dalle falsità. Essere informati è un diritto, essere disinformati è un pericolo».
È una chiamata alle armi a tutti gli effetti, quella della Boldrini, per una guerra che lei stessa sta combattendo in prima linea, non solo contro le fake news, ma anche contro gli haters, gli odiatori da tastiera: «Sono tutte sfide. E io penso che dobbiamo affrontarle a testa alta. Se ci sono gli haters, io li denuncio. E da quando li denuncio, se la sono data a gambe: invece che leoni, sono diventati conigli - dice senza mezzi termini la presidente - Sul problema delle fake news, bisogna lavorare per dare ai ragazzi gli strumenti per difendersi. Ecco perché con la ministra Fedeli abbiamo realizzato il primo progetto di educazione civica digitale: oggi abbiamo più di 4 milioni di ragazze e ragazzi che a scuola imparano a contrastare le menzogne sul Web, diventando loro stessi cacciatori di bufale».
Boldrini ha visitato i padiglioni della Maker Faire, soffermandosi a lungo con maker e inventori e discutendo con loro delle nuove frontiere, dall'agricoltura 4.0 alla robotica: «Da qui dobbiamo imparare un sacco - ha commentato la presidente della Camera - Dobbiamo venire qui e fare domande, per capire come riuscire a preparare programmi politici e istituzionali che da qui devono nascere. Se la politica è l'arte del futuro, la politica non può che venire qui a imparare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero