Facebook lancia Moments, l'app che riconosce i volti nelle foto: ma è allarme privacy

Facebook lancia Moments, l'app che riconosce i volti nelle foto: ma è allarme privacy
Condividere le foto con gli amici, in modo automatico e privato. È l'idea alla base di Moments, l'ultima app lanciata da Facebook, che raggruppa le immagini scattate con...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Condividere le foto con gli amici, in modo automatico e privato. È l'idea alla base di Moments, l'ultima app lanciata da Facebook, che raggruppa le immagini scattate con il telefono e, tramite il riconoscimento facciale, individua gli amici presenti a cui recapitarle.




L'app arriva mentre in Usa alcuni gruppi sulla privacy annunciano l'abbandono di un tavolo governativo sull'uso del riconoscimento facciale. Moments, per ora disponibile solo in Usa per iPhone e dispositivi Android, consente di sincronizzare le foto con gli amici presenti in modo da condividerle. Come spiega Facebook, può tornare utile per le grandi occasioni come un matrimonio ma anche per occasioni meno affollate come una gita o un'uscita mondana.



Proprio il riconoscimento facciale usato da Moments è oggetto di un tavolo di confronto istituito oltre un anno fa alla National Telecommunications and Information Administration statunitense per regolamentare l'uso della tecnologia in termini di privacy. Il confronto, però, ora sembra essere arrivato ad un punto morto.



Nove gruppi Usa sulla privacy hanno infatti scritto una lettera in cui annunciano l'abbandono della discussione per mancanza di progressi nonostante 12 incontri. «Come minimo le persone dovrebbero poter camminare in una strada pubblica senza timore che aziende di cui non hanno mai sentito parlare rilevino ogni loro movimento e li identifichino per nome», hanno scritto. «Purtroppo non siamo stati in grado di ottenere un accordo nanche su questo».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero