Diventa più serrata la lotta al terrorismo, anche on line. Mark Zuckerberg, infatti, non rimane a guardare mentre le piattaforme web vengono utilizzate sempre più...
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Ma l’azione non è portata avanti soltanto da queste persone: il colosso dei social, infatti, ha sferrato l’attacco ricorrendo all’intelligenza artificiale, «per quanto recente sta già dando risultati», si legge nel post pubblicato sul blog proprio ieri. Il sistema lavora attraverso il riconoscimento delle immagini e del linguaggio ed è capace, ad esempio, di punire gli utenti recidivi o intercettare relazioni con altri giganti del web (come Youtube). Ma il team di Zuckerberg ha commesso un grave errore e il the Guardian se n’è accorto raccontando come verso la fine del 2016, a causa di un bug nel sistema, Facebook abbia rivelato proprio l’identità dei suoi “moderatori” esponendoli a potenziali terroristi. A quanto pare, da allora uno di loro vive segregato. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero