Dalle foto agli amici, passando per i post: le 7 regole d'oro per usare Facebook

Dalle foto agli amici, passando per i post: le 7 regole d'oro per usare Facebook
Anche i social network pretendono le buone maniere. Innanzitutto presentarsi bene, quindi selezionare le amicizie e dire...

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Anche i social network pretendono le buone maniere.


Innanzitutto presentarsi bene, quindi selezionare le amicizie e dire abbastanza ma non troppo di sé. Passa attraverso 7 regole indispensabili il bon ton di Facebook, necessario per «migliorare la propria reputazione o quantomeno non peggiorarla». A elencare i suggerimenti per non sbagliare nell'utilizzo di un social network spesso consultato anche da potenziali datori di lavoro è il libro 'Facebook Etiquette' (Franco Angeli, 2015), di Grazia Murtarelli ed Emanuele Invernizzi, rispettivamente ricercatrice e docente presso l'Università di Lingue e Comunicazione Iulm. Come mi presento? Come scelgo gli amici? Cosa pubblico? Quante volte postare? Sono domande che la maggior parte degli utenti si saranno fatti almeno una volta e che è bene non sottovalutare.

Innanzitutto, per rispettare l'etichetta, si parte dallo scegliere la foto giusta: «meglio soli e ben riconoscibili, informali ma non troppo», se poi la si vuole cambiare meglio «non troppo spesso».

Chi accettare come amici? Evitare gli sconosciuti e accettare i clienti o colleghi «solo nel caso che te lo chiedano loro, per non rovinare la relazione professionale nella vita reale».

Cosa pubblicare? No a «temi sensibili di tipo razziale, sessuale o religioso ma anche a sfoghi emotivi personali», bene invece informazioni utili, «notizie che ti hanno colpito, luoghi che hai visitato». Usare 'like' e condivisioni «con parsimonia», meglio se riferiti a «contenuti positivi», ed evitare di 'pubblicare troppo' per non rischiare di diventare presenzialisti e essere condannati alla spam. Quanto alla lunghezza, meglio prendersi il tempo per la sintesi e non pubblicare per più di 4 o 5 righe. Per essere 'a tono', privilegiare quello 'moderato' e senza troppe maiuscole. Per essere 'a modo', taggare solo nel rispetto della privacy ed evitare «troppi hashtag e troppo lunghi», «confondono il senso e coprono il sapore del piatto che offri». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero