«Facebook a pagamento». Così Zuckerberg apre la porta a utenti di serie A e serie B

Mark Zuckerberg al Congresso Usa
«Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook». Così ha risposto Mark Zuckerberg a una delle domande rivoltegli dai senatori degli Stati Uniti nel...

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«Ci sarà sempre una versione gratuita di Facebook». Così ha risposto Mark Zuckerberg a una delle domande rivoltegli dai senatori degli Stati Uniti nel corso dell’audizione resa ieri sera al Congresso americano. «Avevi detto che Facebook sarebbe stato sempre gratuito. È ancora il tuo obiettivo?», ha chiesto il senatore Orrin Hatch, solo in parte tranquillizzato da una replica non più netta come in passato, bensì densa di possibili significati. 

 
La sicura esistenza di una versione gratuita non chiude infatti la porta a una seconda a pagamento, questo almeno lasciano intendere le parole del fondatore del social network. Impossibile sapere ora cosa passi per la testa di Zuckerberg, anche se le sue parole riprendono in parte un concetto già esposto nei giorni scorsi da Sheryl Sandberg, la direttrice operativa di Facebook, cioè il numero due sotto solo al giovane Ceo, che in un’intervista tv a NBC Today aveva puntualizzato come “Facebook ha diverse forme di disattivazione ma non un’opzione di rinuncia totale”, aggiungendo poi che quest’ultima possibilità, in cui gli iscritti potrebbero rinunciare alla pubblicità, genererebbe “un prodotto a pagamento”. 
 
Ma come potrebbe essere una versione di Facebook a pagamento? Pagare un abbonamento dovrebbe equivalere alla scomparsa di post sponsorizzati e a una maggiore sicurezza della privacy. Potrebbe basare questo per convincere parte dei due miliardi di iscritti a metter mano al portafogli? E in caso affermativo, quale potrebbe essere il costo del canone, considerando che dati alla mano il social network ricava in media, a livello mondiale, 20,20 dollari all’anno da ogni singoli utente? E il prezzo dovrebbe differenziarsi da mercato a mercato, poiché circoscrivendo il campo agli Stati Uniti, la media di cui sopra, sale fino a superare gli 84 dollari? 
 

Gli interrogativi sarebbero quindi tanti, ma il più importante sarebbe capire se un giorno Zuckerberg deciderà di offrire maggiori garanzie a fronte di un abbonamento, che creerebbe utenti di serie A e utenti di serie B. Non proprio il biglietto da visita migliore per continuare a inseguire la missione tanta cara al fondatore di “connettere tutto il mondo”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero