«Voglio una stella che sia tutta mia», Eugenio Finardi da ieri è anche un asteroide

Eugenio Finardi
«Non si può sfuggire da se stessi, si parte ma poi si ha voglia di tornare, era proprio questo che volevo dire quando cantavo Extraterrestre portami via....E ora dopo...

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«Non si può sfuggire da se stessi, si parte ma poi si ha voglia di tornare, era proprio questo che volevo dire quando cantavo Extraterrestre portami via....E ora dopo che mi hanno dedicato addirittura un asteroide, mi immagino già qualcuno che tra qualche secolo dirà: ma chi era quel maledetto Finardi a cui hanno dedicato questo oggetto celeste? Anzi, vi do già il titolo per un articolo fin da oggi: l’asteroide Finardi minaccia Verona».


Simpatia, tanta ironia ma soprattutto anche un pizzico di orgoglio alla serata “Seconda stella a destra” che si è svolta alla Gran Guardia di Verona dove, mercoledì 27, un gruppo di astrofili ha ufficializzato l'intitolazione di un asteroide al cantautore milanese.

Il merito di Finardi? Secondo gli appassionati di Astronomia il grande interesse che emerge nei suoi testi per i corpi celesti.



«Una volta, quando avevo 12 anni -ha raccontato l'artista - mio padre mi portò sulla cima di una montagna per osservare le stelle: 'Le vedi? - mi disse-  la loro luce per venire da noi è partita milioni di anni fa e le osserviamo così come erano allora. Rispetto a loro, all'Universo, non viviamo che un battito di ciglia ma il fatto che riusciamo a sapere tutto questo le fa essere comunque nostre'».

L'asteroide dedicato a Finardi ha questa sigla: (79826) 1998 WP2 e ora è noto come "eugeniofinardi".

Insomma il suo desiderio, come più volte ribadito nella sua canzone, «Voglio una stella che sia tutta mia», è stato finalmente esaudito.
«Non proprio una stella -ha commentato il Maestro -, ma un pezzo di ghiaccio e roccia grosso come l'Everest.....ma va bene lo stesso».

enzo.vitale@ilmessaggero.it
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