Da Barcellona a Tokyo: così la tecnologia ridisegna il nostro domani

Da Barcellona a Tokyo: così la tecnologia ridisegna il nostro domani
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Vi accompagniamo a fare un giro del mondo attraverso le città che provano ad essere pronte ad un futuro (sostenibile, of course) molto più presente di quanto si possa immaginare. Un giro del mondo passeggiando per modelli di strade sotterranee; per boulevard informati e informatici. Evidenziando risorse e pericoli, problemi e potenzialità, best practices e passi falsi. Eccovi, eccoci, nel fantastico mondo delle Smart City. C'è la storia di come a Barcellona due italiani, una assessore alla evoluzione tecnologica della capitale catalana e l'altro capo dell'industria automobilistica più importante di Spagna, negli anni difficili dell'indipendenza mancata stiano creando un futuro di idee e novità che superano i confini grazie alla rete.

Poi potrete volare a Toronto dove quelli che hanno fondato Google stanno convincendo i cittadini multietnici e multirazziali (e tanti italiani) che il progetto Marciapiede (Sidewalk) possa proiettare gli esseri umani - con big data e connessioni - oltre i rigori del freddo del Lago Ontario. Il giro d'Italia, con la sua classifica a tappe (ogni anno una tappa) c'è: ovvio. A partire da Roma dai timidi progressi ai problemi sempre spavaldi. E il confronto con Milano che corre, come Firenze e Bologna. Nel nostro piccolo ci siamo anche noi, il Messaggero che il pallottoliere in tempo reale sui servizi ai cittadini lo ha messo sul sito dal 20 settembre scorso.
Smart city - racconta Francesca Bria, l'assessora di cui sopra - è già un modello forse superato: è superato un modello ritagliato sulla bulimia dei servizi in eccesso, laddove è necessario centrare la misurazione di quanto si è smart dall'utilità di quanto si offre. E non mancano le riflessioni con cinesi, aquilani e italiani sul 5G prossimo venturo su cosa si chiede in cambio. Ognuno di questi progetti è come un vecchio 45 giri: ha il lato B. La security nella gestione dei dati che servono a comandare consegne dei droni nei sotterranei logistici di Toronto o che ti faranno registrare agli eventi di Tokyo 2020, la prima olimpiade smart, è questione delicatissima. In tempo di pace, quella delle informazioni e dei dati sui veicolatori è una guerra. Non solo commerciale.

Un tema fortissimo, nelle sovraffollate metropoli del XXI secolo è quello della mobilità: condividere senza possedere, bella sfida per chi produce. O ancora cercare la sicurezza (stradale) togliendo all'uomo alla guida la centralità del gesto al volante. Un comportamento fortemente simbolico: le città di cui parliamo per essere a misura d'uomo devono misurarne tutti i comportamenti. Oppure no? Il dado è tratto da molto, noi oggi poniamo interrogativi e proponiamo strade da percorrere, sperando che il 5G ci possa intanto aiutare in caso di terremoto.
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Il Messaggero