Allarme virus Cryptolocker. L'allerta arriva dalla Polizia Postale che sulla sua pagina Facebook mette in guardia da una nuova ondata ancora più aggressiva di questo...
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Come si legge sul profilo Facebook della polizia, Una Vita da Social: «La prima cosa da fare è non cedere mai al ricatto, non pagare. Anche quando questo comporta la perdita di dati di valore, dal punto di vista economico o affettivo. Questo innanzitutto perché è nella maggior parte dei casi inutile: nel 99% dei casi gli hacker, una volta ricevuto il riscatto, non inviano alle vittime le chiavi di decriptaggio dei loro file. E dall’altra perché se si paga si incoraggia e si alimenta la diffusione di questi ricatti: nel mondo dei cybercriminali si diffonde la voce che l’attività è redditizia, e gli attacchi rischiano di moltiplicarsi, proprio come sta accadendo in questo periodo».
Nonostante gli sforzi investigativi abbiano già individuato gruppi organizzati, sia italiani sia stranieri, responsabili di queste campagne malevole, il fenomeno non si ferma. E aumentano gli appelli agli utenti perchè adottino tutte le misure di prevenzione per garantire la sicurezza in rete. È importante effettuare sempre un backup, cioè una copia di sicurezza su un dispositivo esterno che non deve essere lasciato collegato al computer. Poi tenere sempre aggiornato il software del proprio computer e munirsi di un buon antivirus. Oltre naturalmente a fare attenzione alle mail che ci arrivano, anche a quelle provenienti da contatti che si conoscono.
E se si cade nella trappola? «L’unica possibilità -spiega la Polizia postale- è di resettare tutto il computer e ripristinarlo, utilizzando i backup salvati su memorie esterne. Ma se si ha solo un sospetto, dopo un minuto o trenta secondi dall’attacco, di essere caduti in trappola, può essere importante scollegare immediatamente il pc, spegnerlo interrompendo l’alimentazione elettrica, perché questo inibirebbe il malware dal propagarsi. A quel punto si dovrebbe smontare la memoria e trasferirla su un altro pc, per salvare i dati che non sono ancora stati criptati». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero