A più di due mesi dall’inizio del lockdown l’Italia è un Paese diverso. L’emergenza ha portato al pettine molti nodi spingendo la Penisola, in un...
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TRAFFICO
A dimostrarlo l’incremento di traffico registrato, soprattutto durante gli orari di lavoro, nel corso lockdown. I volumi sviluppati hanno toccato punte dell’80% nella telefonia fissa, del 30-40% nel mobile e di 11 volte nelle applicazioni video per lo smartworking. In pratica, con gran parte della popolazione costretta in casa o comunque lontana da affetti e luoghi di lavoro, le nuove tecnologie hanno illuminato un momento buio permettendo agli italiani di restare in contatto, scoprire nuovi modi di divertirsi, proseguire gli studi e lavorare anche da casa. Un’accelerazione improvvisa nell’adozione dei servizi digitali e connettività che ha anche il merito di avviare finalmente il Paese verso la chiusura del gap di penetrazione della banda ultralarga rispetto al resto d’Europa. Non a caso, in un periodo tanto difficile, il Governo ha annunciato un Piano scuola, voucher e “aree grigie” del valore complessivo di 2,7 miliardi. L’obiettivo strategico, a questo punto non più rimandabile, è sostenere la domanda di banda ultralarga di famiglie, imprese ed istituzioni per sanare quella spaccatura digitale che talvolta corre lungo la penisola. Vale a dire portare la velocità di connessione a livelli ottimali non solo nelle città ma anche nelle aree meno densamente abitate. Una necessità che passa per l’impegno di aziende come Tim che solo negli ultimi due mesi, per sostenere i propri clienti e in qualche modo l’intero Paese, ha attivato circa 7mila nuovi cabinet, di cui più di 1600 insieme ad Infratel, in numerosi piccoli comuni del territorio nazionale, consentendo a oltre 1 milione di famiglie di accedere ad internet alla massima velocità. Alle stesse aree sta provando a dare una risposta anche Eolo, società leader in Italia dei collegamenti internet veloci “wireless” (la cosiddetta Fwa) che ha appena approvato un piano di investimenti da 150 milioni di euro. L’obiettivo è completare la copertura della rete in 1500 Comuni, soprattutto del Sud, ed azzerare il digital divide che spacca in due il Paese per connettere tutti gli italiani. In questo frangente l’impegno delle imprese per affrontare e superare al meglio l’emergenza Covid19, è quindi determinante. Quello di Tim ad esempio si è declinato in diverse iniziative che l’ha portata al fianco non solo dei suoi dipendenti (36mila in smart working) ma soprattutto di istituzioni, cittadini, associazioni e di quella miriade di attori sociali che sono scesi in campo contro la pandemia. Tra le altre, con il progetto Operazione Risorgimento Digitale e in collaborazione con il ministero della Giustizia ha donato 1600 smartphone e schede telefoniche ai detenuti permettendogli di stare vicini ai propri familiari. INIZIATIVE Iniziative simili hanno coinvolto ospedali e strutture sanitarie a cui non solo sono stati donati oltre 1 milione di euro (Ospedale San Raffaele di Milano, Coris di Padova, Ospedale Spallanzani di Roma e Istituto Nazionale Tumori IRCCS Pascale di Napoli), ma soprattutto sono state potenziate le reti mobili. Il settore sanitario infatti è stato tra quelli più stressati durante l’emergenza e data la durabilità del Coronavirus, lo sarà ancora nei mesi a seguire. Una dura prova che però la Penisola sta dimostrando di poter affrontare, al pari degli stravolgimenti in corso nella scuola. In questi due mesi infatti il Paese ha fatto importanti passi avanti nella digitalizzazione che, in condizioni normali, avrebbero richiesto molto più tempo. Se in generale tutta la domanda di connettività è cresciuta, l’utilizzo maggiore ha riguardato streaming, giochi on-line e soprattutto i servizi di e-learning per la scuola.
FORMAZIONE
La formazione a distanza è diventata una prerogativa che però poteva rischiare di lasciare indietro qualcuno.
Il Messaggero