«Mille canzoni in tasca»: questo lo slogan con cui l'iPod venne lanciato sul mercato il 23 ottobre del 2001. Quindici anni fa, a pensarci bene, non sono tanti ma...
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Prima dell' iPod e della musica "liquida", cioè fruibile senza i supporti tradizionali, la musica si ascoltava con il lettore cd portatile che poteva contenere al massimo 10-15 canzoni, quelle di un disco. E prima ancora c'era il walkman a cassette che faceva furore nelle gite scolastiche degli anni '80 e ancora indietro di qualche anno il mangiadischi con la maniglia che funzionava con i vinili a 45 giri. «C'è bisogno di un altro lettore Mp3?» si chiesero in molti quando l' iPod uscì, poiché sul mercato c'erano altri dispositivi simili. Ma dopo l'arrivo del lettore Apple non c'è stato più altro, così come non sono più esistiti il singolo, l'album, la copertina. Solo i file Mp3 e le canzoni in formato digitale che si potevano comprare pure singolarmente.
E la capienza dell'iPod nel tempo è aumentata a dismisura, dagli iniziali 5 Giga ai 128 Giga attuali dell' iPod touch per metterci di tutto, da Keith Jarrett agli U2, da Frank Sinatra a Lucio Battisti. «L'intera libreria musicale personale, noi amiamo la musica», spiegò durante la presentazione Steve Jobs, grande fan dei Beatles e di Bob Dylan. In seguito è arrivata la modalità 'shufflè, col dispositivo che rimescolava canzoni e componeva delle playlist a sorpresa, e poi è stata la volta dell' iPod Touch, praticamente un iPhone dal quale solo non si può telefonare. Per il resto si può fare tutto: ascoltare musica, leggere libri, fare foto, usare le app, giocare, guardare i film. Insomma, l' iPod da semplice lettore di musica è diventato un lettore multimediale a tutto tondo. Il passaggio alla musica digitale ha spazzato via Napster e dato un duro colpo alla pirateria ma ha anche aperto la strada allo streaming che sta diventando la modalità principale di ascolto di canzoni vecchie e nuove.
Negli Stati Uniti, secondo dati Nielsen, è cresciuto del 59% mentre l'acquisto delle singole canzoni in formato digitale è sceso del 24% e quello degli album del 18%.
Il Messaggero