5G Huawei, cosa è e perché tutti lo temono

5G Huawei, cosa è e perché tutti lo temono
Il 5G, cioè le reti mobili di quinta generazione, faranno fare un balzo alla velocità di connessione non solo degli smartphone ma anche dei dispositivi della casa...

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Il 5G, cioè le reti mobili di quinta generazione, faranno fare un balzo alla velocità di connessione non solo degli smartphone ma anche dei dispositivi della casa connessa, auto, smart city, droni, impianti produttivi. È lo standard del futuro e guiderà l'evoluzione di Internet. Leader del mercato sono Huawei, Nokia ed Ericsson, ma l'azienda cinese vale da sola il 30% del mercato. E Donald Trump ha lanciato l'allarme, facendo pressione sugli alleati, perché teme che il 5G sia il cavallo di Troia di Pechino per spiare tanti paesi. Il 5G è considerato il nuovo web perché è la rete candidata a gestire il cosiddetto Internet delle cose.


Via della Seta, il Colle: «Attenzione a posizione Usa, nel memorandum non c'è il 5G»

Si calcola che dal 2018 al 2022 ci saranno 22 miliardi di nuovi oggetti collegati al web a cui si aggiungono 621 milioni di nuovi utenti Internet e 605 milioni di nuove sottoscrizioni 'mobilè che faranno crescere il traffico dati in media del 46% all'anno. Un boom che fa gola a molti. Secondo l'istituto di ricerca dell'Oro Group nei primi nove mesi del 2018 i cinque leader di mercato nel 5G sono Huawei, Nokia, Ericsson, Cisco e Zte (anche questa cinese). Insieme rappresentano il 75% del mercato globale con Huawei che ne vale da sola appunto il 30%. In Italia, quest'ultima, ha investito 162 milioni di euro solo nel 2016, Sviluppa la rete 5G a Milano e Bari e ha in pista una cinquantina di progetti. Huawei ha oltre 30 anni di vita, un fatturato di 92,5 miliardi di dollari e 180 mila dipendenti. È nata grazie a Ren Zhengfei, 74 anni, fondatore ed attuale presidente della società che prima di questa attività è stato ufficiale dell'esercito popolare cinese.

L'azienda di Shenzen è conosciuta principalmente per gli smartphone, grazie ai quali in pochi anni ha conquistato il secondo posto come produttore mondiale (al primo c'è Samsung, al terzo Apple); ma è anche in primo piano nella componentistica per le telecomunicazioni. I prodotti e le soluzioni Huawei sono utilizzati da 45 dei primi 50 operatori mondiali e sono impiegati in oltre 170 nazioni, circa un terzo della popolazione mondiale. E Hauwei sta espandendo le sue offerte 5G anche grazie alla riduzione dei costi operativi per gli operatori.


Questo know-how digitale preoccupa gli Stati Uniti ed altre nazioni (Nuova Zelanda, Australia e anche un operatore tlc del Regno Unito), che non vogliono che l'azienda si occupi della gestione delle reti dove viaggiano informazioni sensibili. In mezzo a questa guerra commerciale è finita la figlia del fondatore, Meng Wanzhou, a rischio estradizione negli Usa per le accuse di violazione delle sanzioni all'Iran. Con il governo di Pechino che ha promesso sostegno alle azioni legali promosse dal colosso delle tlc. Pochi giorni fa Huawei è passata al contrattacco: ha citato in giudizio gli Stati Uniti per il bando sull'utilizzo dei propri prodotti e servizi da parte delle agenzie federali. Ha aperto un centro cybersicurezza a Bruxelles e si è detta «pronta a lavorare con le istituzioni europee per sviluppare un approccio comune europeo alla cybersicurezza e per assicurare in modo congiunto la sicurezza delle reti 5G».
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Il Messaggero