Stato di emergenza, cosa comporta

Stato di emergenza, cosa comporta
Ufficialmente lo stato di emergenza serve essenzialmente ad una cosa: far sapere al Paese che il governo è pronto a prendere in fretta nuove decisioni per...

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Ufficialmente lo stato di emergenza serve essenzialmente ad una cosa: far sapere al Paese che il governo è pronto a prendere in fretta nuove decisioni per fronteggiare un'eventuale seconda ondata del Covid 19. Ma lo stato di emergenza non è legato solo al coronavirus: si tratta infatti di una misura che il governo può adottare in caso di pericolo imminente che minaccia la nazione. Nella fattispecie, lo stato di emergenza può essere dichiarato in caso di disastro naturale, pericoli globali a livello sanitario, disordini civili o a seguito di una dichiarazione di guerra. 


Lo stato d'emergenza infatti fa cadere in capo al governo, e nel caso di una pandemia al presidente del Consiglio e al ministro della Salute, le risposte rapide, necessarie ad evitare la diffusione di una malattia. In alcuni casi, lo Stato può decidere anche eventuali limitazioni alle libertà civili. Nel caso italiano, però, lo stato d'emergenza è fatto anche di escamotage tecnici che possono avere una serie di ricadute sulla vita di tutti i giorni di milioni di persone.

Lo smart working. Forse quella più importante è la proroga fino alla fine dell'anno della possibilità di effettuare lo smart working in deroga alle regole dei contratti nazionali. La deroga era stata inserita nel decreto cura-Italia con una dizione che ne fissava la scadenza al 31 luglio con la possibilità di proroga fino alla fine dell'anno. Una formulazione che potrebbe creare qualche incertezza. Incertezze che dovrebbero sparire proprio con il prolungamento dello stato d'emergenza per tutto il 2020 in attesa che magari un decreto o un altro canale normativo dispongano nel dettaglio. Lo smart working del resto resta legato all'operatività di contratti nazionale avendo effetti spesso positivi sul lavoro ma manifestando anche criticità per il tessuto produttivo dei centri storici.
Il distanziamento. Il prolungamento dello stato d'emergenza avrebbe anche il pregio di fissare automaticamente una nuova scadenza per tutte quelle norme igieniche e sociali anti-pandemia che in questi mesi abbiamo imparato ad adottare. Dunque l'obbligo di distanziamento sociale, l'obbligo di portare le mascherine sui mezzi pubblici e negli ambienti chiusi (a meno di specifiche disposizioni), l'obbligo di evitare assembramenti, gli obblighi importantissimi di rispettare la quarantena.


Le zone rosse. Chiaramente lo stato d'emergenza consente all'autorità centrale di istituire nuove zone rosse ovvero di organizzare cinture di controllo composte dalle forze dell'ordine e dai militari intorno ad aree specifiche (o su tutto il territorio nazionale) dalle quali è vietato uscire e nelle quali è vietato entrare con le eccezioni stabilite dalle prefetture. E' bene ssere chiari: anche le Regioni hanno il potere di varare zone rosse in aree di loro competenza, lo Stato può farlo sia in aree limitate che per tutto il paese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero