Zdenek Zeman lascia il Cagliari. Il tecnico boemo ha presentato le sue dimissioni irrevocabili alla società rossoblù, motivandole con la fine del rapporto con la squadra. Una...
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«Abbiamo cominciato il campionato con buone prestazioni e tanta sfortuna. Quando sono tornato, il primo tempo di Empoli mi aveva convinto che ce la potessimo fare, poi purtroppo altre prestazioni non sono state all’altezza. Il problema non è vincere o perdere, ma proporre il calcio che voglio io. Visto che non ci siamo riusciti, è giusto che si prendano altre strade. La squadra è buona e può farcela a salvarsi, ma non con me. Non ci sono dietro altre cose - ha proseguito Zeman facendo riferimento riferendosi all’episodio dell’irruzione dei tifosi -, ho cercato di fare il meglio che posso, ma non è bastato. La squadra non mi segue più, non ce la fa a proporre quello che gli chiedo».
Zeman per altro è stato convocato in questura proprio per chiarire i contorni della triste vicenda dell’assalto ultrà. «Sono stato chiamato per dare la mia versione dei fatti su quello che è successo venerdì. Le mie dimissioni non c’entrano proprio niente con questo episodio. Nel calcio succedono queste cose, purtroppo sempre più spesso. Sono frange che allontanano la gente dagli stadi, le famiglie e i bambini. Bisogna cercare di fare qualcosa per migliorare la situazione. Ma la maggior parte sono tifosi veri che vogliono aiutare la squadra.È da lungo tempo forse che sono l’unico che ci crede. Per i giornali eravamo retrocessi già un mese fa, ma per me non è mai stato così».
E scatta subito la caccia al successore dell'allenatore di Praga in vista delle ultime sette gare di campionato. La soluzione più semplice potrebbe essere quella interna con la promozione del tecnico della primavera Vittorio Pusceddu alla prima squadra. Ma non si escludono altre ipotesi. Anche perché il club non sarebbe rassegnato alla gestione della caduta in B, ma vorrebbe provare anche a fare qualcosa subito per rimanere in A. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero